I danni dovuti alla rottura degli argini del Serchio presso Nodica, avvenuta il giorno di Natale, dopo la visita del capo della Protezione Civile Guido Bertolaso accorso il 27 dicembre, sono stati stimati in almeno 150 milioni. Bertolaso ha assicurato la comunità sull’accoglimento dello stato di calamità, chiesto dal governatore toscano Claudio Martini. Come già accennato, subito si è profilato il rischio della possibile esondazione del lago di Massacciuccoli, caro a Giacomo Puccini, a causa delle pessime previsioni meteo, con le piogge moderate già previste (e puntualmente verificatesi) nei giorni 28-30 dicembre e il possibile arrivo di una nuova intensa perturbazione atlantica a cavallo del Capodanno.
Centinaia di soldati, vigili del fuoco, volontari si sono messi all’opera, giorno e notte, per cercare di riparare
l’argine del Serchio, dove nel frattempo il lavorio delle acque aveva allargato la breccia fino a quasi 200 metri, e tamponare con sacchetti di sabbia il lago. Negli stessi giorni si è proceduto anche a pompare a pieno regime acqua dal Canale Burlamacca, emissario del Massaciuccoli, scaricandola in mare. Ma negli ultimi giorni del 2009 è stato anche elaborato, per ogni evenienza, un piano per una grande evacuazione di massa, che oltre a Nodica e Migliarino avrebbe coinvolto, almeno in parte, anche centri popolosi come Torre del Lago e Massarosa.
Si è arrivati alla vigilia della perturbazione prevista per San Silvestro e Capodanno con il lago, stante il delicato equilibrio della piana vecchianese, unico sfogo per le acque dilagate dalla breccia di Nodica e, con l’argine solo parzialmente riparato e in grado di reggere una piena del Serchio solo fino ai 650-700 mc/sec (a Natale si sono quasi raggiunti i 2000 mc/sec), per l’eventuale nuova acqua esondata o filtrata dal fiume. Un ulteriore fattore di pericolo, nelle ultime giornate dell’anno, era visto nella libecciata prevista per il primo giorno del 2010, libecciata che ingrossando il mare avrebbe impedito l’agevole deflusso dell’acqua del lago di Massaciuccoli attraverso i due canali scolmatori.
Le nuove piogge sono iniziate, in montagna, già nella mattina di San Silvestro, seppure ancora non intense. La perturbazione vera e propria è arrivata nel primo pomeriggio del 31, apportando accumuli comunque molto inferiori rispetto a quelli della vigilia di Natale nelle stazioni montane, sia sulle Apuane che sull’Appennino. Al contrario sono stati superiori a quelli del Natale gli apporti nella piana di Pisa e in quella lucchese.
Tra le 0 di giovedì 31 dicembre e le 11.30 di venerdì 1° gennaio, nelle Apuane, sono caduti 115 mm di pioggia a Campagrina, 109 a Terrinca, 105 a Pomezzana, 95 a Palagnana, 93 a Orto di Donna e Azzano. Nelle stesse ore, in Appennino, 92 mm a Pian di Novello, 91 a Boscolungo e ai Casotti di Cutigliano. A Migliarino Pisano 43 i millimetri registrati, allineati con i 44 di Vecchiano, mentre più modesta è stata la precipitazione a Torre del Lago (33 mm). Un elemento favorevole è stato il progressivo calo della quota neve, all’inizio dei fenomeni pioveva sui rilievi a tutte le quote, venerdì mattina la precipitazione era nevosa oltre i 1200-1300 metri, mentre al piano la temperatura era gradualmente calata da 15° a 10°C.
Il Serchio ha naturalmente risentito delle piogge, cadute su un bacino intriso d’acqua, con un significativo incremento dei livelli e della portata, rimanendo però lontano dai livelli di Natale e comunque dalle soglie di allarme. La piena ha raggiunto il suo culmine nella parte media del corso nella mattinata di venerdì 1° gennaio, mentre a Vecchiano il picco massimo si è avuto intorno alle 16 dello stesso giorno, con una altezza di 5,63 metri sullo zero idrometrico e una portata appena inferiore ai 600 mc/sec. Il fiume è rimasto entro il limite dell’argine golenale e quindi anche l’argine provvisorio di Nodica è risultato sufficiente a contenere le acque. A preoccupare ancora sono però alcune infiltrazioni che si sono verificate a Nodica dall’argine appena ricostruito.
Immediato invece l’effetto delle abbondanti piogge nella piana, il lago di Massaciuccoli è cresciuto in poche ore di oltre 2 cm, ritornando ai livelli del 29 dicembre. Molto alto anche il livello del fiume Morto, che raccoglie le acque di numerosissimi fossi della piana a sud del Serchio, i n direzione quindi di Pisa, in molti dei quali la mattina di Capodanno il livello dell’acqua era solo di pochi centimetri inferiore a quello dei terreni circostanti.
Tre famiglie, per un totale di otto persone, sono state evacuate a Camaiore, in località Nocchi, per una frana. Piogge intense e frane anche in Garfagnana. Si è ampliata la frana a Campolemisi, nel comune di Vergemoli in Garfagnana, che ha isolato 40 persone. La pioggia battente caduta tra il 31 dicembre e il 1° gennaio su tutta la Toscana ha provocato allagamenti e fatto gonfiare i corsi d’acqua. Sono state chiuse la strada provinciale dell’ Arnaccio, nel comune di Cascina (Pisa), e la strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno tra Pontedera e Ponsacco, sempre nel pisano, in direzione sud per l’allagamento di un sottopasso. Sono cresciuti anche i livelli dell’Arno, dell’Era, del Cascina, dell’Ombrone, dell’Ema. A Pisa la piena dell’Arno, probabilmente la più intensa dal 2005, dovrebbe transitare nella notte tra il 1° e il 2 gennaio.
Un ultimo cenno alle principali vie di comunicazione coinvolte nell’alluvione di Natale. La A12 Genova-Rosignano è aperta e da essa è possibile accedere alla A11 Firenze-Mare, che però rimane chiusa nel suo tratto terminale, tra l’interconnessione con la A12 e la Via Aurelia (compresa quindi la barriera di Pisa Nord), anch’essa quindi ancora interdetta al traffico tra Migliarino e Torre del Lago. Resta chiusa anche la via provinciale tra Migliarino e Nodica, per cui i cittadini di Migliarino per recarsi nel capoluogo comunale devono transitare per Arena Metato e Pontasserchio.