La latitanza dell’inverno è ormai finita Le regioni settentrionali, nell’ultimo periodo, hanno visto ben poco sole almeno in pianura, con caratteristico clima freddo ed umido. Non è altro che il solito rovescio della medaglia in queste situazioni statiche di alta pressione, con ingredienti ideali per la genesi di nebbie persistenti.
Ora il quadro si sta per modificare, a causa della venuta d’aria fredda artica, che si inserirà sulla Val Padana attraverso correnti nord-orientali. La dinamica irruzione artica avrà il merito di ripulire l’atmosfera padana dalle nebbie ed in un primo momento il calo termico non sarà percepito, proprio a causa delle forti inversioni termiche degli ultimi giorni.
Entriamo nel dettaglio dell’evento freddo, che culminerà attraverso l’incursione, nella giornata del 21 gennaio, di un nucleo di vorticità molto freddo in quota, che alimenterà ulteriormente l’approfondimento di un vortice di pressione sui mari italiani. Il posizionamento di questo minimo barico potrà subire ampie variazioni, risultando determinante in eventuali cambiamenti sull’evoluzione meteo: un tipo di evoluzione che, almeno per il Nord, non dovrebbe regalare particolari nevicate, proprio per via della posizione eccessivamente bassa del vortice di bassa pressione, atteso in collocamento sul Tirreno Centro-meridionale.
Faranno tuttavia eccezione alcuni settori del Settentrione come possiamo apprezzare nelle proiezioni del nostro modello matematico su scala locale: l’Emilia Romagna sarà infatti la regione più esposta alla possibilità di nevicate, che risulteranno crescenti nelle zone prossime al versante pedemontano e sui monti appenninici. Un’altra zona ove ci attendiamo nevicate degne di nota sarà il Basso Piemonte, soprattutto il cuneese. Questi fenomeni nevosi saranno una conseguenza dell’effetto stau, con l’impatto delle correnti settentrionali al crinale appenninico.