Al momento è un’ipotesi, ma quel che è certo è che si va incontro ad un cambio circolatorio imponente. Dopo l’irruzione Artica, che provocherà precipitazioni nevose nelle regioni del versante Adriatico e al Sud, si aprirà temporaneamente la porta Atlantica e una perturbazione sfrutterà il varco per dirigersi al Nord Italia.
A prescindere dalla forma che assumeranno i fenomeni, siano essi piogge o nevicate, è uno sblocco importantissimo che interromperebbe la lunga fase siccitosa. Le precipitazioni darebbero respiro alle falde e ripulirebbero l’aria dall’enorme quantitativo d’agenti inquinanti o polveri sottili che dir si voglia.
Dicevamo della neve. In primis è da confermare la traiettoria d’ingresso della perturbazione, da cui dipende il coinvolgimento o meno delle regioni Settentrionali. C’è da dire che i Modelli, da giorni, ne indicano un cammino favorevole, che la vedrebbe giungere dalla Francia e scavare una depressione tra il Mar Ligure e il Tirreno settentrionale.
Ora, considerando che prima di allora avremo un’incursione Artica, è probabile che a livello del suolo stratifichi uno strato d’aria fredda consistente. Al momento non sembrano sussistere le condizioni per un brusco rimescolamento dell’aria. Ecco quindi che venerdì, quando la perturbazione farà il suo ingresso, le precipitazioni potrebbero assumere carattere nevoso a bassissima quota.
Con l’ausilio del LAM ad alta risoluzione elaborato dal Centro di Calcolo del Meteo Giornale, andiamo a valutare l’entità delle precipitazioni nevose nell’arco delle 24 ore. Balza subito all’occhio il ritorno della neve nei versanti meridionali delle Alpi e sulle Prealpi. Ancor più interessante notare come in alcune zone le precipitazioni nevose potrebbero spingersi a livello del piano. Potrebbe accadere nel Cuneese, una delle zone Peninsulari ove è davvero difficile scalzare le sacche d’aria fredda. I fiocchi potrebbero spingersi sino all’Astigiano e nel Piacentino.
Qualche nevicata sembra poter coinvolgere l’alto Vicentino e l’alto Veronese, così come non sono da escludere sconfinamenti nevosi dalle Prealpi verso l’alto Bergamasco. Ipotesi suffragate dall’andamento termico alla quota di riferimento degli 850 hPa (che ricordiamo corrispondere grosso modo ai 1500 metri di altitudine). Per la giornata di venerdì notiamo isoterme di -4°C su buona parte del Nord Italia, salvo Liguria e parte dell’Emilia Romagna.
Valori che apparentemente non sarebbero sufficienti per far sì che la neve cada sino in pianura, ma dobbiamo considerare lo strato d’aria fredda che si sarà depositato al suolo. Al momento riteniamo che il Cuneese sia in una botte di ferro, mentre altrove si sarà al limite. Valuteremo la situazione strada facendo.