Il consolidamento in atto dell’alta pressione di matrice euro-mediterranea si sta rivelando il principale alleato della nebbia. Negli scorsi giorni questo fenomeno si è presentato limitato per l’afflusso nei bassi strati di deboli venti relativamente secchi da est, che ora però hanno ceduto definitivamente il campo ad un totale ristagno d’aria: la calma indotta dal forte anticiclone è perfettamente congeniale all’accentuazione dei fitti banchi di nebbia sulla Val Padana, che solo in parte riescono a dissolversi nelle ore centrali del giorno. In questo modo si vengono a creare giornate uggiose e fredde, perché il sole non riesce a scaldare il suolo. Considerando poi che le temperature stanno scendendo anche sottozero, queste nebbie iniziano ad essere associate alla galaverna.
Gli strati d’aria più fredda ed umida restano così intrappolati nei fondivalle e nelle maggiori pianure, per effetto dei moti discendenti imposti dall’anticiclone: la massa d’aria raggiunge più facilmente la saturazione nelle ore notturne, per effetto della perdita di calore da irraggiamento nei bassi strati. Così si creano i banchi nebbiosi che, per effetto di una radiazione solare non più così efficace, riescono talora ad insistere anche nelle ore più calde, specie nelle zone più umide, protette e prossime ai maggiori corsi d’acqua. Al di sopra di queste nebbie, domina il sole e l’aria ben più mite: siamo così in quella che viene denominata inversione termica da anticiclone, con la temperatura che invece di scendere sale una volta oltrepassato il limite dell’inversione.
Spesso, soprattutto in pieno inverno, si creano le condizioni favorevoli all’insistenza per più giorni di queste nebbie favorite dal ristagno dell’anticiclone, senza un rimescolamento dell’aria dal basso verso l’alto: si tratta di un mix micidiale, in quanto si associa anche agli agenti inquinanti prodotti nelle aree urbane ed industriali. E’ il cosiddetto smog, un termine ben noto a tutti! Purtroppo non vi sono buone notizie, in quanto sembra che questa situazione possa permanere pressoché invariata, se non persino in peggioramento, per i prossimi 3-4 giorni.