“Marzo pazzerello, splende il sole, ma prendi l’ombrello”. E’ questo forse il proverbio più famoso, ma anche quello che rispecchia più fedelmente le caratteristiche di questo mese di “transizione” per eccellenza, che ci traghetta dall’Inverno alla Primavera. Il 1° Marzo, dunque, inizia, dal punto di vista meteorologico, la Primavera, ma a vedere il tempo di questo periodo ben pochi se ne sono accorti, anche se i primi tuoni uditi qualche giorno fa stanno proprio ad indicare l’imminente arrivo della nuova stagione.
Eppure, proprio la scorsa notte, è nevicato sulla Romagna, sulle Marche, fin sulla costa, proprio a sottolineare la grandissima variabilità e mutevolezza del tempo di questo periodo. Quindi tutto normale? Direi proprio di sì, anche perché, come ho detto, il mese di Marzo è capace di farci assaporare scampoli di giornate estive, ma anche di farci ripiombare nel più crudo Inverno.
Come accadde il 26 Marzo del 1992, quando a Matelica (Macerata), 350 mt.s.l.m., dove risiedo, si verificò un’eccezionale nevicata, che raggiunse lo spessore di circa 20 cm. Ma quella nevicata non fu tanto “particolare” per il periodo (ricordo copiose nevicate anche in pieno Aprile), ma per un fatto curioso. La neve, infatti, presentava una colorazione rossastra dovuta alla mescolanza dei cristalli di ghiaccio con la sabbia del deserto del Sahara trasportata dai forti venti di Libeccio che precedettero l’evento atmosferico. Quel giorno, difatti, al mattino il cielo si presentò di un colore rosso scuro, alquanto suggestivo, in contrasto con il bianco della neve. Le fotografie, ovviamente, si sprecarono, ma purtroppo non posso mostrarvele perché le ho smarrite e comunque allora non esistevano ancora le macchine digitali.
Per le statistiche, quella “storica” nevicata fu associata ad un minimo di Bassa pressione che raggiunse i 980 hPa, quasi un record, visto che erano molti anni che non si registrava! Evidentemente, la profonda depressione richiamò aria fredda dall’Europa nord-orientale e contemporaneamente “pescò” aria calda e sabbia dal deserto, formando così la “neve rossa”!
Tornando ai giorni nostri, a questo punto si può fare anche un bilancio della stagione invernale, perlomeno nella mia Regione, le Marche. Non è stato per noi un inverno memorabile, la neve si è fatta vedere, nelle vallate, sporadicamente e con accumuli al massimo di 10 cm. Forse perché ormai ci eravamo abituati troppo bene, visto il “nevone” del gennaio 2005, con 1 metro e 20 cm. sempre alla quota di 350 metri di Matelica, ma con accumuli di 2 – 3 metri ed oltre a quote intorno i 7-800 metri! Qualcuno dirà che si trattò di un evento eccezionale; forse, ma non scordiamoci che sempre nella stessa zona si verificarono nel 1993 e nel 1996 altri due “nevoni” con, più o meno, gli stessi accumuli nevosi. Tre “episodi” così eccezionali in appena 12 anni mi sembrano francamente un tantino troppi, per non pensare che forse si sta ritornando ai famosi “inverni di una volta”!
Comunque, anche quest’anno, a parte i fondovalle, la neve non è certo mancata sulle montagne marchigiane, visto che tuttora, al di sopra degli 800-900 metri ci sono degli accumuli di tutto rispetto, considerato che siamo in Marzo. Lo sanno gli sciatori che frequentano le stazioni sciistiche dei Monti Sibillini e che, probabilmente, potranno continuare a sciare per tutto il mese. Ma la neve sui monti è fondamentale soprattutto per rimpinguare le falde acquifere e le sorgenti, perché non scordiamoci che sulla Terra, l’acqua sta diventando un bene primario sempre più prezioso, anche più del petrolio, tanto che nel prossimo futuro le guerre si combatteranno proprio per il controllo dell’acqua. Questo argomento, comunque, meriterebbe un articolo a parte…