Un impulso d’aria fredda in quota d’estrazione balcanica è il diretto responsabile delle marcate condizioni di instabilità atmosferica manifestatesi in quasi tutte le province siciliane nelle ore pomeridiane di Mercoledì 28.
Nelle fasi centrali della giornata l’azione combinata dell’aria fredda in quota e dell’intenso surriscaldamento del suolo genera diversi sistemi convettivi: uno sull’entroterra palermitano, un altro sul versante meridionale dei Peloritani, un altro ancora, il piu’ intenso, sugli Iblei.
Ben alimentati dalle rispettive termiche (correnti calde ascensionali) che portano il top (la cima) dei cumulonembi a sfondare il limite meridionale della tropopausa, i tre cluster temporaleschi si espandono e danno luogo ad un MCS (sistema convettivo a mesoscala).
Si tratta di un’intensa area nuvolosa, che si estende per circa 75 km, animata da forti moti verticali, che a loro volta danno luogo a violente precipitazioni, sovente a carattere grandinigeno.
Il sistema tende ad investire l’Ennese dove raggiunge la massima intensità, per poi trasferirsi – piu’ attenuato – nel Catanese.
Ma – come detto – è proprio nell’entroterra che l’MCS dà il meglio (o il peggio) di sé.
E’ quanto emerge dagli ultimissimi rilevamenti delle stazioni meteorologiche dislocate sull’isola ed in particolare dai dati pluviometrici diffusi dagli ufficiali del Servizio Informativo Agro-Meteorologico Siciliano (SIAS).
A Nicosia, località sita a circa 800 m slm, sul settore settentrionale dell’Ennese, al confine con i Nebrodi, si è scatenato un autentico violento nubifragio. Tecnicamente tale termine è adoperato per una precipitazione atmosferica superiore ai 60 mm/h circa; orbene, nella cittadina ennese ne sono caduti ben 94!
Ingenti, quanto inevitabili, i danni, specie al settore agricolo,volano portante dell’economia locale.