Le precipitazioni sono state le vere protagoniste di giugno, un mese che in genere dovrebbe essere caratterizzato quasi per intero dal regime siccitoso tipico della bella stagionale nelle regioni con clima mediterraneo. Quest’anno ha invece fatto eccezione, dato che l’anomalia delle precipitazioni non ha colpito solo ristrette zone, ma ha riguardato una vasta fetta del territorio italiano. Solo lo scorcio finale di giugno ha mostrato quei connotati di relativa stabilità più incisiva e duratura, maggiormente in linea con il periodo estivo.
Entrando nei dettagli dei dati elaborati dall’ISAC-CNR (si può vedere la mappa in basso), giugno 2010 si è anzitutto posizionato al 50°posto nella speciale classifica dei mesi più piovosi dal 1800 ad oggi. In termini d’anomalia, il dato generale medio è pari al 43% oltre la norma (per norma, intendiamo il raffronto con il periodo dal 1961 al 1990), ma le aree più colpite da piogge eccezionali per il periodo sono state la Campania (punte di piovosità di oltre il 150% rispetto alla norma) e la Sardegna (sui settori nord-occidentali dell’Isola è addirittura caduta pioggia che ha oltrepassato il 300% dalla norma stagionale). Ben poche le zone in controtendenza dove le piogge sono risultate un po’ più basse della norma (localmente al di sotto del 50% rispetto alla piogge normalmente attese nell’arco del mese): fra queste rientra l’area compresa la Bassa Toscana e l’Alto Lazio, la Puglia Meridionale e la Sicilia Meridionale.
Questa notevole piovosità, che stride un po’ con la tendenza dei giugno dell’ultimo decennio, è comunque niente rispetto a quella che era stata censita nel giugno del 1992, il mese più piovoso in assoluto con un surplus pluviometrico a livello medio nazionale del 181%. In analogia con quanto accaduto a maggio, le piogge abbondanti non coincidono tuttavia con il fresco: il mese di giugno, nel suo complesso, nonostante abbia visto anche un deciso intervento di correnti artiche a cavallo fra la seconda e la terza decade, ha chiuso con un’anomalia di +1,13°C rispetto alla media trentennale del periodo 1961-1990. I valori minimi sono stati superiori alla media di +1,28°C e quindi hanno contributo maggiormente all’anomalia, ma questo non deve sorprendere, in quanto è stato appunto un mese caratterizzato da frequenti fasi instabili e perturbate.