Il nuovo anno ha fatto subito registrate eventi meteo di considerevole importanza. Un’avvezione di aria artica ha invaso il continente europeo, creando i presupposti per forti nevicate e grande gelo in tutto il Centro Europa, e fino alla Penisola Iberica. Non è stata risparmiata l’Italia, ma solo il Centro-Nord.
Gli eventi più eclatanti hanno riguardato il nord ovest d’Italia, prima sommerso dalla neve, con una delle maggiori nevicate degli ultimi 30 anni, tanto da ricordare inverni storici come il 1985 o il 1987, poi alle prese, ancora stamane, con episodi di gelo intenso, con punte di -15°C in pianura!
Ma anche il Nord Est ha avuto la sua razione di gelo (prima) e di neve, anche se in forma assai più moderata e limitata, in pianura, ad alcune zone. Nella zona alpina di questa parte d’Italia è da sottolineare la registrazione della temperatura minima più bassa mai registrata in Italia: -43.8°C alla stazione ARPAV di Busa di Manna, posta a 2550 metri di quota sull’altipiano delle Pale di San Martino. La stazione è di recente installazione, pertanto mancano i riferimenti col passato. E’ probabile che in annate anteriori, ad esempio nel 1987, in quella zona si siano potute raggiungere temperature anche inferiori, ma non c’è la prova.
Il Centro e il Sud sono rimasti a guardare, anche se gelate intense hanno interessato la Toscana fino in pianura, e nevicate non sono mancate sull’Appennino.
Facciamo un passo indietro, a quel 7 di gennaio, quando l’ennesima nevicata stagionale ha interessato il Nord Ovest. Preceduta da un’avvezione fredda che ha creato le condizioni idonee per la formazione del classico cuscinetto freddo padano, è stata tra la più intense degli ultimi decenni e paragonabile, come singolo evento, almeno nel milanese, alla nevicata del 26/27 gennaio 2006. Rispetto a tre anni fa, quando l’episodio rimase isolato nell’ambito di un inverno non particolarmente nevoso, questo evento si è verificato successivamente ad altri importanti episodi nevosi che hanno colpito, già da fine novembre, il Piemonte, l’entroterra ligure, l’Emilia occidentale e la Bassa Lombardia.
Dopo la neve sono arrivate le fortissime gelate, col termometro che specie nelle aree pianeggianti del Basso Piemonte e dell’Emilia occidentale è sceso sotto i -10°C, con punte di -15.4°C a Tortona e -15.2°C a Sezzadio, entrambe in provincia di Alessandria.
In queste zone, il confronto con i nevosissimi e freddi inverni di metà anni ’80 (il famoso trittico ’86-’86-’87) non è improprio. In alcune aree soprattutto del Basso Piemonte e dell’entroterra ligure, la nevosità pluriannuale media è già stata raddoppiata quando manca ancora metà percorso invernale.
Concludo questo articolo con un commento sulla situazione del centro e sud d’Italia. Molti lettori ci scrivono lamentandosi del “non inverno” che si starebbe vivendo in queste zone. Questa considerazione è a mio avviso priva di oggettività. In questa ampia parte d’Italia è mancata la neve al piano o a bassa quota (con poche eccezioni), ma l’innevamento appenninico è tutt’altro che disprezzabile a quote superiori ai 1300/1500 metri ed anche negli ultimi giorni sono stati diversi gli episodi nevosi che hanno interessato i settori di montagna. A livello di temperature sia dicembre che la prima decade di gennaio sono stati all’incirca nella media trentennale, senza eccessi né verso il caldo, né verso il freddo. Inoltre statisticamente il periodo più favorevole al freddo e alla neve nel Centro-Sud Italia inizia adesso.
L’inverno è ancora a metà del suo percorso, finora si è presentato assai dinamico e con pochissime stasi anticicloniche, nevoso al Nord e spesso perturbato al Centro-Sud, per un giudizio finale aspettiamo la sua conclusione.