Effetti speciali un po’ su tutta Italia, per lo scossone perturbato prodotto dall’affondo di un vortice freddo giunto dalle zone nord-occidentali europee, per quello che risulta essere il primo vero assalto autunnale della stagione: la neve sulle Alpi ed i furiosi temporali in qualche zona del Lazio e del Sud sono fra gli elementi caratteristici della giornata odierna, ma la perturbazione in precedenza aveva colpito duro soprattutto sul Nord Italia, dove fra la serata di sabato e la giornata di domenica si sono vissuti interminabili momenti caratterizzati da forti acquazzoni temporaleschi.
I primi nubifragi avevano colpito già sabato il Piemonte con accumuli molto elevati tra torinese, vercellese e biellese, in qualche caso prossimi ai 100 millimetri. Le intense precipitazioni si sono poi andate concentrando verso la fascia pedemontana e prealpina della Lombardia con frequenti accumuli nel complesso superiori ai 100-150 millimetri. La piena del fiume Brembo, nel bergamasco, ha provocato tanti danni spazzando uno sbarramento in terra, di cui vi erano ancora i lavori di consolidamento in corso da più di un anno, per impedire allagamenti della zona e deviare l’acqua.
Nella giornata odierna il grosso del maltempo si è concentrato sul Triveneto, dove sono spiccate le nevicate sulle aree montuose di confine: dalla mezzanotte si superati i 110 millimetri sullo Zoncolan, mentre in Veneto è Sappada con quasi 90 mm a risultare al momento la località più piovosa. Sommando gli accumuli di ieri, si giunge a quantitativi in diversi casi prossimi o di poco superiori ai 150 millimetri. Molte di queste precipitazioni sono giunte troppo abbondanti in breve tempo e, la loro caduta su un terreno troppo friabile per il lungo periodo arido, ha favorito frane e smottamenti come quella che domenica ha travolto e ucciso alcuni escursionisti sul cuneese.
TEMPESTA DI FULMINI Oltre 80mila scariche elettriche hanno bersagliato, nell’arco di appena 24 ore, essenzialmente il Nord Italia e la Toscana. Tutto è avvenuto fra la serata di sabato e gran parte della giornata di domenica: si tratta di un vero e proprio record, una cifra impressionante che è pari ad un sesto rispetto al fulmini che cade mediamente in un anno sul territorio italiano. La conferma è giunta dal CESI, dotato di tutte le tecnologie più all’avanguardia per la rilevazione dei fulmini: in tutta la giornata del 18 settembre sono stati più di 70mila i fulmini registrati, numero già ampiamente sufficiente per superare il precedente record registrato in una giornata estiva del 2004, quando di fulmini ne caddero all’incirca 40mila.
Il precedente primato è stato quindi letteralmente sgretolato e l’evento eccezionale non è stato purtroppo indolore: a causa di un fulmine è morto un uomo di 40 anni mentre stava fumando una sigaretta all’aperto in provincia di Bergamo. Anche la giornata odierna è tempesta da un’intensa attività elettrica, che si è estesa verso le regioni del Sud. Come mai tutti questi fulmini? La causa è legata all’aspro contrasto tra l’aria caldo-umida accumalatasi in tutta la prima metà di settembre, rispetto al fendente ciclonico affondato ora sul Mediterraneo ed accompagnato da un seguito importante d’aria molto fredda d’estrazione polare-marittima (lo si è ampiamente appurato con le nevicate precoci sulle Alpi di confine a quote prossime ai 1000 metri). Si è trattato della prima vera rottura stagionale, che ha sfruttato quindi un enorme serbatoio di energia per la proliferazione degli intensi nuclei temporaleschi.