La barriera alpina ha come sempre un ruolo imprescindibile nello smorzare gli effetti degli assalti perturbati provenienti da nord o nord/ovest. Il peggioramento sulle regioni settentrionali italiane non è stato difatti particolarmente uniforme, ma ha prodotto le maggiori conseguenze sull’angolo di Nord-Est, ove il fronte perturbato ha valicato le Alpi in modo più compatto, non solo per il tipo di dinamica della saccatura, ma anche per via del fatto che le vette montuose del settore orientale non sono così elevate come quelle poste invece più ad ovest.
Il pieno di precipitazioni si è avuto soprattutto sulle aree prealpine friulane, dove in poche ore si sono raggiunti accumuli di oltre 100 millimetri: 107 i millimetri caduti su Pontebba, 106.8 mm a Coritis e 99.6 mm a Bordano. Fenomeni un po’ più frammentati sulle zone pianeggianti di tutto il Triveneto e dell’Emilia, con locali accumuli di un certo rilievo derivanti da formazioni di celle temporalesche. Le zone di pianura dell’estremo Nord-Ovest sono invece rimaste ben più al riparo e quasi del tutto saltate dagli effetti produttivi del passaggio frontale, che non sono invece mancati su parte della Lombardia: le schiarite si sono rapidamente affermate con l’ingresso irruente del foehn, anche se poi nel pomeriggio si sono sviluppate nubi medio-alte subito stracciate dall’intensa corrente in quota che le hanno rese molto particolari nell’osservazione satellitare.