Comincia ad assumere rilevanza statistica l’ondata di freddo che sta colpendo l’Italia da tre giorni. Non siamo, è bene dirlo subito, nell’eccezionalità, ma nemmeno nella media, bensì in quel limbo che separa l’evento anomalo da quello non medio ma previsto dalla normale variabilità di una stagione.
Questa notte le temperature sono scese molto, sia nel catino padano, che nel sud peninsulare. Si segnalano in particolare, risalendo da sud a nord l’Italia, -2°C a Cagliari, -3.8°C a Napoli, -3.7°C a Bari, -6.2°C a Foggia, -6.4°C a Grosseto, -5.5°C ad Ancona, -5.1°C a Firenze, -7°C a Rimini, -5.2°C a Venezia, -5°C a Milano, -9.7°C a Torino (molte rilevazioni vengono compiute agli aeroporti e non sempre sono pienamente rappresentative del clima dei centri cittadini).
Se il Centro adriatico ed il Sud hanno vissuto la loro fase nevose nelle scorse giornate (neve diffusa in Puglia fin sulle coste e copiosa in parte dell’Appennino centro-meridionale, fino alle zone interne della Sicilia), quest’oggi un richiamo di correnti da sud-ovest causato da una depressione fredda in viaggio dal Mar Baltico verso la Penisola Iberica, sta facendo scendere la neve al Nord Ovest. Nevica su Genova e Milano, su Parma, e finalmente anche su Torino e Cuneo. Il Piemonte fortemente penalizzato dalle precipitazioni in questo inverno, potrebbe vedere la sua rivincita.
Le temperature permangono molto basse, il cuscino freddo padano non si eroderà tanto facilmente, e la neve potrebbe cadere copiosa e a lungo. Ma limitiamoci al commento sul tempo che ha fatto.
Nei primi cinque giorni della terza decade di gennaio le temperature si sono presentate fortemente sotto le medie del periodo 1961/90 (tutti i confronti se non diversamente specificato verranno fatti su questo periodo base), circa 3°C più basse. Tutto il mese di gennaio è finora 1°C più freddo del normale, in linea cioè con l’andamento del mese di dicembre. L’inverno tutto si sta quindi presentando, fino ad ora, diffusamente più freddo del normale, pur senza episodi fortemente anomali, se non molto localmente.
Trieste ha vissuto negli ultimi giorni il periodo più freddo dalla fine dicembre 1996, con temperature scese fino a -6.2°C e accompagnate da bora fino a quasi 140 km/h. Su gran parte d’Europa il gelo di quest’ultima settimana è paragonabile a quello del 1996. Anche in quell’occasione infatti vi fu una massiccia invasione d’aria fredda di origine siberiana, coi Balcani prima, e l’Italia poi, che piombarono nel gelo e, ad una prima fase molto fredda al nord-est e al centro-sud, seguì un richiamo di correnti meridionali che alzò le temperature sull’Italia peninsulare ma causò forti nevicate sul Nord Ovest.
Si è detto che questo inverno è più freddo della norma, in modo continuo seppur non in modo eclatante, ma vorremmo fare un’altra considerazione. Il periodo 1961/90 fu già infatti mediamente piuttosto freddo; successivamente, in particolare a partire dalla fine degli anni ’80 e fino all’inizio degli anni 2000, gli inverni in Italia e non solo, si sono scaldati in modo notevole. Questo aumento di temperatura è stato particolarmente significativo soprattutto al Nord, ma presente anche altrove. A Torino e Bologna ad esempio la media di gennaio del decennio 91/00 è stata di 1.5°C superiore a quella del trentennio 61/90, a Milano addirittura di 2°C, a Firenze, Napoli e Genova di oltre 1 grado. Negli ultimi inverni assistiamo invece ad un ritorno a condizioni un po’ più rigide, con maggiori similitudini a quelle dei decenni passati, anche se lontane da quelle di alcune annate ormai entrate negli annali della storia climatologica.
Potrebbe essere l’inizio dell’inversione del trend ascendente, o forse solo “una pausa di riflessione”. Il tempo ci dirà quale delle due ipotesi sarà quella corretta.
RACCONTA IL TEMPO CON UNA FOTO dall’Italia e dal resto del Mondo, manda una e.mail a [email protected].