E’ raro che a fine ottobre si registrino per diversi giorni consecutivi le temperature attuali. Anzi, è rarissimo. Il semestre caldo – cosiddetto il periodo che va da maggio ad ottobre compreso – termina com’era iniziato, con il dominio di un anticiclone subtrpicale. Dominio che ha interessato l’Italia ma non solo, eccetto la Scandinavia e le lande più nord-occidentali, praticamente tutto il continente.
Un semestre caldo caratterizzato ancora una volta, e non è certo una novità negli ultimi anni, dall’invadenza degli anticicloni, seppure con caratteristiche differenti a quelle di altre estati recenti. Quest’anno, soprattutto nel finale di stagione, è stata infatti l’area baltica e sud-scandinava a veder realizzarsi le maggiori anomalie, con valori barici e termici nettamente sopra la norma, mentre più limitate sono state le anomalie nell’area franco-iberica, quella maggiormente colpita gli scorsi anni.
Ma torniamo al tempo di questi ultimi giorni in Italia. L’instaurarsi di questo anticiclone con valori di geopotenziali elevatissimi in quota per la stagione, ha determinato marcatissime anomalie termiche soprattutto nelle zone collinari e di montagna. Nell’ultima settimana le temperature sono state fino a 7°C oltre la norma in luoghi quali Campobasso, Potenza, Enna, Prizzi e Fonni. Tra le città maggiori si segnalo valori di 6°C più elevati della media a Trieste, e di oltre 5°C a Milano e Napoli. Complessivamente in Italia i valori termici eccedono la media per circa 4.7°C.
Ma negli ultimi giorni abbiamo assistito anche al fenomeno delle prime nebbie. Ciò è dovuto all’ormai lungo periodo notturno, in cui si produce una forte perdita di calore. L’aria si raffredda negli strati prospicienti il suolo, si satura di umidità (più fa freddo e meno vapore acqueo può contenere l’atmosfera) che si condensa generando i fenomeni della nebbia e della foschia. Gli episodi maggiori di nebbia si sono avuti come logico nella Pianura Padano-Veneta, ma non sono mancati neppure lungo le coste, soprattutto quelle adriatiche. Assistiamo così al fenomeno delle inversioni termiche, in cui in collina o montagna, al di sopra dello strato di inversione, fa più caldo che in pianura e lungo il mare. Ciò è avvenuto non solo al nord, ma anche in Sicilia, dove ad Enna i giorni 26 e 27 sono stati più caldi che non a Messina e Catania.
Su base decadale quella che stiamo vivendo è una pesantissima anomalia, tra le maggiori degli ultimi 50 anni, ma nel complesso questo mese di ottobre non verrà probabilmente archiviato come il più caldo in assoluto, ma certamente come uno tra i più caldi, con una differenza dalla media che a tre giorni dalla sua conclusione è di circa 2 gradi in positivo.
Termina dunque la stagione calda con una rilevante ondata di caldo, ma cosa ci riserverà ora la stagione fredda che sta per iniziare? Quasi sicuramente inizierà con una “stilettata” artica, che potrà far scendere i termometri anche di 15 o 20 gradi soprattutto in montagna, ma ancora è difficile stabilire se sarà un evento rapido destinato a non lasciare traccia nel proseguo di novembre, o se invece sarà il primo episodio di un deciso cambio di tendenza. Il MeteoGiornale, attraverso i suoi consueti editorialisti e previsori, continuerà a tenervi aggiornati.