Il sistema perturbato ha ormai attraversato tutta l’Italia, ma è stato il Settentrione a risentirne in modo più diretto. La dinamica è stata di quelle tipicamente da inizio autunno, con una vera e propria fiondata perturbata, associata ad una ciclogenesi, sospinta da un seguito di correnti fredde che hanno contribuito ad un abbassamento termico notevole. Tutti coloro che sono usciti per recarsi al lavoro al primo mattino si sono certamente sorpresi dall’aria molto frizzante, con sensazioni decisamente settembrine (valori minimi scesi sotto i 15 gradi in diverse città della Val Padana).
Il sole si è riaffacciato su gran parte delle pianure del Nord-Ovest e sulla Liguria sotto l’effetto di correnti asciugate dallo scavalcamento alpino che contribuiranno, assieme alla radiazione solare, a rendere il clima più gradevole. Situazione ancora intricata sul Triveneto e soprattutto lungo la cerchia alpina, quella che sicuramente ha avvertito i maggiori effetti dell’aria più fredda rimasta in gran parte addossata ai settori di confine.
In prossimità delle creste confinali è così potuta cadere la neve a quote prossime ai 2000 metri d’altezza, con panorami in qualche caso mozzafiato, laddove la neve è caduta lasciando un discreto manto bianco. Ora la situazione resta ancora variabile, in quanto sconfinano nubi consistenti legate allo “stau” decisamente più corposo sui versanti esteri. Rovesci di neve in quota danno un ulteriore tinta invernale: non è certo così comune, al 20 luglio, vedere il Passo dello Stelvio ben innevato o le montagne appena sopra Livigno incappucciate di bianco.