A metà tra la cronaca e il racconto, eccoci a descrivere il notevole evento nevoso che ha interessato la zona in cui risiedo, tra la serata del 28 dicembre, la notte seguente e la mattina del 29.
Dopo il forte libeccio della mattina di mercoledì 28 dicembre, una mattinata di nuvolosità variabile con un rovescio di acqua, grandine e graupel intorno alle 8.45, e con temperatura in assoluto abbastanza mite, ma decisamente bassa rispetto alle “normali” libecciate (quasi costante intorno ai 6°C alla mia stazione, massima 6,2°C), all’ora di pranzo il cielo si è annuvolato da ovest, con un contemporaneo rinforzo del vento. E’ cominciato così “l’evento”, quello che ancora non si immaginava tale, ma lo è poi diventato a tutti gli effetti meno di 24 ore dopo.
I brevi rovesci di neve tonda del pomeriggio del 28, ancora accompagnati dal vento, ma anche da un primo sensibile calo termico (fino a 2,9°C alla mia stazione, fino a 2,1°C a Torre del Lago, dove il rovescio delle 14.30 è stato molto intenso, ma anche a Pisa, dove mi trovavo, alla periferia ovest, il termometro è sceso sotto i 3°C) già di per se sono stati eventi interessanti, in una zona notoriamente refrattaria alla neve e dove vento di mare significa il più delle volte termometro oltre i 10°C anche in pieno inverno.
Un evento come pochi, insomma, di “libeccio freddo”, innescato dall’uscita dalle foci del Rodano di un blocco di aria freddissima, capace di portarci il freddo “da ovest”, quasi un assurdo climatico per chi a ovest ha un mare tiepido.
Quello stesso mare, il Ligure, era la speranza dei nevofili come me. I modelli matematici non erano infatti prodighi, nelle loro “carte”, di precipitazioni sulla Toscana centro-settentrionali, e infatti tra gli appassionati pisani, viareggini, massesi, carrarini, pisani, livornesi (senza contare quelli dell’interno della Toscana) era già da giorni in corso una sorta di “rito scaramantico”. Chi ostentava pessimismo a oltranza (sperando che portasse bene…), chi guardava e riguardava le mappe e si ripeteva che era impossibile che andasse sprecato quel ben di Dio che arrivava (e per di più dalla “porta” giusta), chi cercava i paragoni con il passato, soprattutto con frequenti richiami a quel 29 gennaio 2004, quando una situazione barica simile non imbiancò tutta la Toscana in modo uniforme ma portò rovesci, dove di neve dove di graupel, anche sulle coste (anche a casa mia, dove non ero però presente). Questa ipotesi, quella cioè dei probabili rovesci e forse temporali nevosi a macchia di leopardo, era forse la più gettonata ed era anche quella in cui mi riconoscevo di più.
Ma torniamo alla cronaca. Verso le 18 mi sono recato a Putignano Pisano a ritirare la mia auto, lasciata all’officina per un tagliando, e mi ha colto di sorpresa l’urlo di mio figlio “ha attecchito!”. Che era stato? Le auto erano in effetti velate di bianco e il capo-officina, riconsegnandomi l’auto, mi ha confermato che neppure mezz’ora prima un forte rovescio di neve era riuscito ad accennare un accumulo al suolo.
Siamo rientrati a Migliarino sotto una debole caduta intermittente di neve, solo per brevi tratti più convinta. Il tempo di arrivare a casa e ricevere la visita dell’amico Angelo di Torre del Lago per scambiarsi gli Auguri di Buon Anno e soprattutto di … buona neve, e la precipitazione è momentaneamente cessata.
All’ora di cena il cielo era coperto e la temperatura era calata a 2,5°C. Il lampionismo, finito di cenare, è ripreso a pieno regime anche perché nel frattempo era ripreso a cadere qualche fiocco. Verso le 21.30 eravamo a 1,4°C e i fiocchi accennavano ad aumentare di numero e consistenza, mentre il libeccio era ormai ridotto a bava. Doveva sbrigarsi, pensavo, perché il satellite (già perché io avevo mezz’occhio a Internet e l’altro uno e mezzo al lampione, dove comunque mi sostituiva egregiamente mio figlio) si vedeva una banda di nubi “buone” allungata da ovest a est sopra la nostra area, ma poco altro che facesse sperare in fenomeni prolungati.
Alle 22 venivo accontentato: la nevicata si è infittita improvvisamente e, complice anche l’ulteriore raffreddamento (1,1°C) finalmente cominciava ad attecchire. E allora … fuori, io e Alessandro, a giro per quasi un’ora e mezza per una Migliarino sempre più fiabesca, con la nevicata che proseguiva fra alti e bassi, riprendendo vigore però proprio quando decidevamo di rincasare, intorno alle 23.20. Tutto era coperto da 1,5 cm circa di manto bianco, una bellezza! Tanta gente a fare foto, a giocare con la neve, con bambini e ragazzi oltretutto favoriti dalle vacanze scolastiche, senza quindi che qualcuno li sottraesse al bel gioco col pensiero della sveglia della mattina dopo. Il termometro era ormai al di sotto di 1°C e il sottoscritto era già soddisfatto di aver visto per la seconda volta in un anno Migliarino ammantata di bianco (la precedente il centimetro del 21 febbraio), mentre mai era riuscito a vederla così nei 13 anni precedenti.
A mezzanotte, però, arrivava il momento temuto. La precipitazione cessava e decidevo così di andare a dormire, comunque contento di come erano andate le cose. Non pensavo proprio che il meglio dovesse ancora venire!
Alle 5.30 del 29 dicembre mi sono svegliato, non so se per un bisogno fisiologico o per una curiosità inconscia. Fatto sta che, una volta sveglio, ho voluto dare un’occhiata fuor di finestra e … magia! Non nevicava, ma c’era tanta neve, tanta come, a parte le volte che l’avevo “cercata” in montagna, non vedevo dal mitico 8 gennaio 1985. Sono rimasto per qualche minuto incantato, poi non ho resistito alla tentazione di fare qualche foto, infine sono tornato a dormire, euforico all’idea che quella bella neve l’avrei ritrovata tutta alla sveglia mattutina, visto che eravamo già sotto zero (-0,2°C).
Alle 7 la giornata mi accoglieva con squarci di cielo sereno a est che si aprivano sul paesaggio ammantato di neve, sugli alberi di olivo dei giardini chini sotto il peso della “Dama”, con la strada ridotta a un lenzuolo bianco, tagliato solo da due “binari” dove erano passate le poche macchine che si erano mosse. E la temperatura era -0,7°C (mezz’ora dopo toccherà ì -0,8°C). Naturalmente non ho potuto non fare la “prove righello”: erano 9 cm, una cosa davvero rara dalle mie parti. Non potevo davvero chiedere di più, e invece…
Pur essendo in ferie, proprio in questo 29 dicembre il mio programma prevedeva una mattina lavorativa a Viareggio. Ho avuto qualche dubbio se andare o meno, timoroso dei possibili problemi di viabilità, poi mi sono deciso quando, chiamando in ditta, mi hanno detto che a Viareggio c’era solo un velo di neve.
Mentre facevo colazione, osservando che il vento, seppure debole, era girato “di terra” (e la neve ai cartelli stradali era in effetti “appiccicata” dalla parte di tramontana), e sentendo un paio di tuoni verso sudovest, dove era ancora un minaccioso addensamento, concludevo frettolosamente che lo stesso addensamento non ci avrebbe probabilmente interessato. Ma mi sbagliavo e già prima di uscire ecco che riprendeva a cadere qualche fiocco.
Pochi minuti ancora, il tempo di uscire faticosamente dalla viabilità secondaria per immettermi sull’Aurelia, abbastanza pulita ma con traffico comunque lento, e la nevicata si è infittita notevolmente. Un rovescio intenso mi ha colto, superata l’uscita della A11 di Pisa Nord, subito dopo il ristorante Rustichello. Visibilità ridotta e un velo di neve sull’asfalto hanno portato il “treno” di macchine in marcia a proseguire per un paio di chilometri sui 20 kmh.
Passato il viadotto in corrispondenza del Lago di Massaciuccoli, nello spazio di 5-600 metri ho assistito a un brusco assottigliamento del manto bianco, da 7-8 cm a meno di 1. La precipitazione notturna evidentemente aveva avuto qui il suo “confine” settentrionale.
Viareggio alle 9 appariva solo spolverata di neve, con una debole precipitazione nevosa in atto, che in pochi minuti però ha ripreso vigore. Anche la città del Carnevale è così riuscita, tra le 9 e le 10.40 circa, ad acquisire una insolita livrea pienamente invernale, con tetti, auto, giardini e spiagge coperti da un paio di centimetri di manto bianco, mentre sulle strade, almeno le principali, la neve non ha attecchito.
Intanto mi sono mantenuto in contatto con Migliarino, dove mio figlio, superato lo stupore gioioso del risveglio bianchissimo, e sotto una nevicata di nuovo intensa, ha voluto uscire con la mamma ad assaporare fino in fondo la magia di una giornata che magari (ma speriamo di no) non si ripeterà per anni. Tra l’altro molti migliarinesi sostengono che i 13-14 cm complessivi (la nevicata del mattino ne ha aggiunti altri 4-5 ai 9 che avevo misurato io, l’accumulo una volta sciolta la neve nel pluviometro si è rivelato più che discreto, pari a 18 mm).hanno superato i circa 10 dell’8 gennaio 1985, cosa che non posso confermare perché all’epoca abitavo a Pisa, dove i centimetri furono quasi 15, ma in effetti le cronache riportarono che erano sempre meno dirigendosi verso Viareggio.
Tra le 12.30 e le13, con il sole tornato protagonista, ho percorso la via Aurelia, tornando a casa, tra Viareggio e Migliarino, avendo la sensazione di salire verso un valico montano, visto che man mano che mi avvicinavo a casa la neve era sempre più alta. Ed è stata una sensazione davvero difficile da descrivere quella che mi ha dato il vedere la vegetazione della pineta di Migliarino, un paesaggio cui ormai non faccio più caso dopo 18 anni di pendolarismo, grondante di neve (molti i rami spezzati) e i campi intorno all’uscita A11 Pisa Nord riflettere un bianco accecante, con la neve fresca illuminata da un sole splendido quanto freddo (il termometro dell’auto mi dava 3,5°C aViareggio, 2,5°C a Torre del Lago e 2,0°C a Migliarino, la stessa temperatura che la Oregon mi ha dato come massima del giorno). Oltre a essere bello, direi anzi incantato, mi sembrava nuovo e al tempo stesso vecchio, riportandomi a sensazioni già vissute, ma in altri posti, in montagna o in paesi più freddi del nostro.
Una riflessione su quanto mi ha riferito Angelo, il nostro forumista di Torre del Lago, nel post-evento. La mattina del 29 dicembre egli ha notato la neve attaccata “da ovest” ai cartelloni pubblicitari, come ai segnali stradali o ai tronchi degli alberi, mentre a Migliarino ho visto senza ombra di dubbio che essa era “attaccata” da est. Probabile che proprio in questa “linea di convergenza” locale stia il segreto dell’accumulo più abbondante che questi due paesi hanno avuto rispetto alle zone limitrofe. Già ho detto di Viareggio, ma sia Pisa che Lucca hanno avuto accumuli inferiori (entrambe intorno ai 5 cm), e soprattutto per la seconda questo è in controtendenza rispetto allo “storico”.
Molto abbondante invece è stata la precipitazione nell’area fiorentina, ma questa è un’altra storia (www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1400).
Nel pomeriggio, malgrado la temperatura rigida, si è sciolta parecchia neve nelle zone battute dal sole, ma essa è rimasta quasi intatta in quelle in ombra. Alle 17-17.30 lo sgocciolamento è cessato quasi del tutto e il termometro si è rapidamente avvicinato agli 0°C dai quali in effetti non era mai stato molto lontano. Già alle 18.30 la soglia del gelo è stata superata, e ora il cielo sereno, la calma di vento e la neve presente al suolo fanno ritenere probabile una minima molto bassa nella prossima notte.
E’stata per me una giornata entusiasmante. Ho visto una nevicata storica per la mia zona, ho avuto la fortuna che essa è coincisa con il periodo natalizio, e ho potuto condividere la mia emozione con mio figlio, con il suo stesso atteggiamento festoso e giocoso rispetto all’evento, malgrado i disagi che certo esso ha causato (ho avuto anche fortuna perché il tratto di via Aurelia che ho percorso a metà mattinata è stato temporaneamente chiuso). Magari la prossima nevicata di questa entità giungerà quando mio figlio sarà grande e non potrò condividerla con lui, ma visto l’andazzo di questi ultimi inverni, con numerose “tentate nevicate” ed episodi nevosi senza accumulo anche nelle nostre pianure, sotto sotto spero che non sia così. So già, anche se mi dichiaro soddisfatto e appagato, che al prossimo peggioramento freddo tornerò a studiare sulle possibili evoluzioni meteorologiche, cercando di capire se ci sono le condizioni perché quanto appena accaduto si ripeta.
L’amore per la neve, per l’atmosfera incantata che viene da un paesaggio innevato, per la gioia che porta ai bambini (forse perché ho dentro di me la voglia di emozionarmi di un bambino…) è più forte dei sentimenti razionali e anche dopo una nevicata così … sono già pronto a ricevere la prossima.