La fortissima inversione termica e le continue minime negative hanno permesso all’Arno di ghiacciarsi in parte nel tratto che fa da piazza Ferrucci fino al Sashall. Il clima si sta ora addolcendo, ma negli ultimi giorni il termometro è spesso sceso anche a 6 gradi sottozero. Dal 7 gennaio ad oggi, le temperature minime sono sempre scese su valori negativi, ad esclusione di venerdì 13 quando si era avuta una breve interruzione di questo periodo così rigido. Prendendo in considerazione Firenze-Peretola, questo gennaio si piazza per ora al tredicesimo posto tra i più freddi dal 1951, considerando non solo le temperature minime ma anche quelle massime.
Diversamente da quel che si potrebbe pensare, sono proprio i periodi anticiclonici (bel tempo) con forti inversioni termiche e gelo notturno a favorire maggiormente la genesi del ghiaccio sulla superficie del fiume. Nel gennaio 2002 (che risulta essere il 10° più freddo della serie storica) fu proprio il continuo persistere per quasi un mese di un condizioni anticicloniche a consentire la formazione di uno strato di ghiaccio, che in alcuni tratti era diventato così spesso da permettere quasi di poterci camminare sopra senza rompersi.
Risultano molto più rare le ghiacciate a seguito d’irruzioni gelide orientali, spesso a causa del vento che, “cadendo” dall’Appennino, non porta mai a temperature eccessivamente basse, inibendo peraltro le inversioni notturne. L’irruzione gelida del 1985 resta ovviamente un fatto storico. Ma con che frequenza l’Arno si ghiaccia nei dintorni di Firenze? Questi episodi capitano molto più frequentemente di quanto si possa immaginare, anche ogni 3 o 4 anni si verificano delle formazioni di sottili tavole di ghiaccio spesso da una sponda all’altra. Le foto di Stefano Riccio, scattate nel mattino del 18 gennaio, mostrano il fiume, con il ghiaccio nelle parti dove l’acqua si vede più opaca e non riflette il passaggio circostante.