Spiegare come funziona la Corrente del Golfo è relativamente facile, mentre non lo è cercare di prevederne l’evoluzione alla luce del riscaldamento globale.
Indubbiamente, anche nel passato il clima si è riscaldato, ed ha assunto temperature molto più elevate delle attuali, ma sembra, dagli studi effettuati, che la caratteristica della nostra epoca sia la velocità con la quale i valori termici globali aumentano, eludendo i meccanismi naturali di controllo del clima.
Immaginiamoci, un nastro trasportatore, come le scale mobili di un grande magazzino, od un tappeto ruotante, ad esempio.
Esso ruota continuamente attorno a due cardini, con una parte superiore che sale verso l’alto, ruota intorno al cardine superiore, e riscende al punto di partenza.
Qui ruoterà attorno al cardine inferiore, risalendo di nuovo verso l’alto.
Questo principio di funzionamento delle scale mobili vale anche per la nostra Corrente del Golfo, ed il motore indispensabile per il suo corretto funzionamento è dato dall’energia solare, e dalla differenza termica fra i Tropici e l’Equatore.
A questo punto, vedremo la massa d’acqua calda che è presente sul Golfo del Messico risalire verso nord, ove troverà delle zone con temperatura dell’aria molto bassa.
Qui, dunque, avviene lo scambio di calore tra l’Oceano caldo e l’aria fredda presente alle latitudini più elevate, ed è grazie a questo scambio di calore se le temperature del nostro Continente, in genere, ma di Inghilterra, coste Norvegesi, ed Islanda in particolare (in raffronto alla latitudine), sono piuttosto miti anche in pieno inverno.
Ma l’acqua, cedendo calore all’aria circostante, tende a raffreddarsi, a diventare così più densa, aumentando la propria salinità, per cui sprofonda verso il basso, ritornando in direzione del Golfo del Messico.
Questo semplice meccanismo può essere disturbato da vari fattori.
Ovviamente, l’intensità della radiazione solare, che è il motore di tutto il sistema, è anche quello che può determinare le principali variazioni nella Corrente stessa.
Durante la cosiddetta “Piccola Età Glaciale”, approssimativamente dal 1550 al 1850, la radiazione solare subì una probabile riduzione, come testimoniato anche dalla scarsità di macchie solari durante tale periodo.
Le misurazioni effettuate dalle navi inglesi durante il ‘700 mostrano delle temperature oceaniche inferiori alle attuali, sull’Atlantico Settentrionale, a testimonianza di una Corrente del Golfo più debole, meno efficiente.
Tuttavia, il clima era sicuramente più freddo di adesso, sul nostro Continente, ma non si innescò alcuna Era Glaciale.