Appuntamento, forse, nel dicembre 2008. Non c’è alcun errore: quello infatti potrebbe essere il mese in cui il Sole arriverebbe ad eguagliare l’estate 1913, producendo il minimo più profondo degli ultimi 185 anni. La più antica misura dell’attività magnetica è legata al numero delle macchie, espresso da vari indici, di cui il principale è l’RI (International sunspot number, un tempo chiamato Zürich sunspot number). È il prodotto d’una particolare equazione, ma l’RI mensile definisce in maniera piuttosto caotica l’andamento del ciclo solare; per meglio tradurre la curva evolutiva è necessaria una doppia media mobile dei semestri precedente e successivo ogni singolo mese. Al momento, archiviato l’aprile 2009 (RI 1,2), si dispone della media mobile (Smoothed monthly mean sunspot numbers) sino allo scorso ottobre; alla fine del giugno prossimo dunque, si otterrà il valore di dicembre. Ed ecco cosa potrebbe accadere a tale media se maggio (che pare ben avviato) e giugno manterranno un’attività comparabile a quella di aprile:
10.2008 RI 1,9 archiviata
11.2008 RI 1,7 prevista
12.2008 RI 1,5 prevista
Un RI 1,9 non si raggiungeva dal settembre 1913 (RI 1,6), ma il minimo del trapasso fra i cicli 14/15 fu toccato nel trimestre giugno – agosto 1913 (RI 1,5); pertanto, se il minimo mediato del dicembre 2008 arrivasse a quel livello, assieme al 1913 diverrebbe il più profondo dal giugno 1823 (RI 0,9), ovvero dal trapasso fra i cicli 6/7, al termine del Minimo di Dalton. A quel punto, il trapasso fra i cicli 23/24 imboccherebbe la strada dell’eccezionalità solo se la quiescenza solare si mantenesse inalterata sino a ottobre 2009 e oltre; la media mobile infatti, subirà un probabile, lieve rialzo, fra gennaio e marzo (a meno che i prossimi luglio e agosto non siano totalmente spotless, cosa improbabile, poiché l’ultima volta accadde nel giugno 1913), in quanto il trimestre luglio – settembre 2008 fu contrassegnato da RI mensili molto bassi. Va comunque aggiunto che la contabilità dei giorni senza macchie tenuta dal SIDC (Solar Influences Data Analysis Center) al 30 aprile aveva raggiunto quota 610 dal 27 gennaio 2004 (inizio del minimo) e 101 dall’1 gennaio 2009 (84,2% del possibile) e, al momento, non se ne intravede la fine.
Una così bassa attività solare, combinata con una prolungata, anche se frazionale, riduzione della TSI (Total solar irradiance), con una diminuzione della forza del vento solare e, per conseguenza, con un aumento della radiazione cosmica, potrebbe avere significativi impatti sul clima terrestre nel corso dei prossimi anni (su tali, possibili connessioni, di cui discute la comunità scientifica, si veda www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20123). Il ciclo 23, iniziato nel maggio 1996, per ora non può ancora dirsi concluso.