E’ quel che emerge dall’ultimo rapporto climatico del Servizio Copernico sui cambiamenti climatici (ECMWF) ed è ben rappresentato dalla mappa che evidenzia le anomalie termiche dell’intero emisfero settentrionale. Un andamento che si ritiene possa essere il frutto delle ben note anomalie stratosferiche e che attualmente si stanno ripercuotendo sul normale sviluppo del Vortice Polare.
E’ per questo che, anche a detta degli esperti, mentre il grande nord aveva temperature inusualmente alte, ampie zone dell’Euroasia registravano un andamento diametralmente opposto. Ed è quel che è accaduto anche nella prima decade di novembre.
Secondo l’ultimo rapporto Copernico, anche le temperature antartiche sono state molto alte su alcune zone. Così come in Alaska, alcune zone degli Stati Uniti, del Canada e del Sud Africa. Al contrario, in Australia, alcune aree del Canada e dell’Africa centro meridionale prevalevano anomalie termiche negative.
Impressionante l’andamento termico da ottobre 2015 a settembre 2016. Il grafico sottostante rappresenta le anomalie degli ultimi 12 mesi raffrontate con la media trentennale 1981-2010. In alto per l’intero Pianeta, in basso per la sola Europa. I dati parlano chiaro: i dodici mesi più caldi sono stati registrati da ottobre 2015 a settembre 2016 con un’anomalia di 0,64°C. In Europa non è stato ancora battuto il record del 2005, ma ci stiamo avvicinando.