Dopo aver a lungo parlato dell’effetto serra e delle sue implicazioni climatiche, sociali, ambientali, ecco che rispuntano fuori altre ipotesi che tenterebbero di spiegare l’aumento termico degli ultimi anni con cause del tutto naturali.
Questa volta imputato numero uno è il Sole, con il suo insolito incremento di attività misurato negli ultimi 60 anni.
Gli scienziati dell’Istituto di Tecnologia Svizzero, hanno tentato di ricostruire i vari cicli solari dell’ultimo millennio, misurando i quantitativi di isotopi di Berillio nelle “carote” di ghiaccio prelevate in Groenlandia.
Questo isotopo si forma sotto l’azione dei raggi cosmici, che colpiscono la Terra a seconda della maggiore o minore attività solare.
In questo modo si è ricostruita l’intensità dei cicli undecennali dell’attività solare, in periodi antecedenti al 1600, Secolo nel quale vennero tenute le prime osservazioni sistematiche.
Ebbene, proprio negli ultimi 60 anni, in coincidenza con il forte aumento delle temperature terrestri, si è verificata anche la massima attività solare dell’ultimo millennio, e la coincidenza risulta fortemente sospetta.
Avevamo già ricordato, in un precedente articolo, che la scoperta della tomba di S.Giacomo a Santiago di Compostella venne preceduta da una lunga serie di Aurore Boreali che per anni interessarono le località del Sud Europa attorno all’anno Mille, indicando così un periodo di eccezionale attività solare.
Altra coincidenza, questa fase di grande attività corrispose ad un periodo insolitamente caldo del nostro Pianeta, con ghiacciai Alpini ridotti al minimo e Banchisa polare quasi inesistente durante la bella stagione.
D’altro canto, i periodi di forte minimo solare, come durante il Quattrocento ed il Seicento, corrisposero a periodo molto freddi e caratterizzati da inverni molto rigidi, con avanzamento dei ghiacciai alpini.
Non è facile, dunque, distinguere tra quello che è il probabile aumento di temperatura dovuto ad una fase di eccezionale attività solare, e l’aumento termico derivante invece dall’introduzione nell’atmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica da parte dell’uomo.
A complicare ulteriormente la situazione, ci pensa l’inversione della polarità magnetica, fenomeno che si verifica periodicamente sul nostro Pianeta, e che è preceduto da una diminuzione del campo magnetico terrestre.
Siamo vicini ad una inversione del campo, in quanto esso si è indebolito del 15% negli ultimi 150 anni.
Guarda caso, proprio 150 anni fa la temperatura terrestre iniziò ad aumentare, e terminò la cosiddetta “Piccola Età Glaciale”.
L’indebolimento del campo ci espone alla diretta influenza dei Raggi Cosmici e delle particelle cariche di energia provenienti dall’attività solare, e l’ingresso di queste particelle nella nostra atmosfera determina effetti climatici imprevedibili.
Fino a poco tempo fa, si temeva che quest’ultimi potessero interferire col il processo di formazione delle nuvole, ma il fatto non è stato poi confermato da ulteriori ricerche.
Insomma, i fattori in ballo per una spiegazione scientifica dell’incremento termiche degli ultimi anni, ci sono eccome, senza bisogno di ricorrere all’Effetto Serra, che, tuttavia, risulta essere al momento l’ipotesi più probabile.