E’ stato un evento davvero insolito, quello che ha colpito il Brasile negli ultimi giorni.
Un rarissimo ciclone tropicale, originatosi nell’Atlantico Meridionale, è stato monitorato dal Centro Meteorologico di Miami, che, solitamente, tiene d’occhio la formazione e la traiettoria degli Uragani Caraibici, che colpiscono la parte meridionale degli States, nonché il Messico e l’Isola di Cuba.
Stavolta, invece, esso si è andato a formare a meridione dell’Equatore, sorprendendo tutti gli esperti del settore, ed è andato ad investire le popolate zone costiere brasiliane.
Il ciclone Catarina si è abbattuto circa 800 km a sud di San Paolo, con venti ad oltre 150 kmh che hanno scoperchiato circa 20 mila case, causando anche numerosi feriti e due morti.
E’ veramente raro che un ciclone colpisca l’Atlantico Meridionale, e la cosa può essere spiegata osservando la mappa delle anomalie della temperatura superficiale oceanica dello scorso mese di Febbraio.
La mappa, estratta dagli archivi NASA, mostra un Oceano Atlantico centro-meridionale piuttosto caldo, durante questo mese, con un’anomalia di temperatura superficiale compresa tra +0,5° e +1,0°C nel tratto di mare che va dall’Africa al Brasile, mentre il resto dell’Atlantico Meridionale appare alquanto freddo, con anomalie termiche negative comprese tra i -0,5° ed i -2,0°C.
Ovviamente, questa non può essere una condizione sufficiente per lo scatenamento di un fenomeno simile.
Notiamo come, sul Pacifico Equatoriale, sia stata presente una condizione di debole El Nino.
Nella zona equatoriale atlantica, in particolare proprio lungo le acque tra il Brasile settentrionale ed il Golfo di Guinea, il geopotenziale a 500 hPa è stato più elevato della norma dai 15 ai 30 decametri.
L’aumento anomalo del geopotenziale in quota, che ha determinato moti verticali discendenti, contribuendo all’aumento della temperatura del mare, ed anche ad un aumento di circa il 5-10% dell’umidità relativa superficiale, come desunto dalle mappe della zona, possono aver innescato un surplus di calore sufficiente a generare un ciclone tropicale anche in una zona ove non se ne erano mai visti.
Ma resta sempre la possibilità, molto elevata, che anomalie anche in apparenza poco significative della temperatura superficiale oceanica possano ugualmente innescare questi fenomeni, grazie alla presenza del surplus energetico fornito dalla CO2 atmosferica.
E’ una possibilità che potrebbe determinare la formazione di fenomeni violenti anche sul nostro Mediterraneo, oppure provocare alluvioni o altri disastri naturali per la maggiore forza che presenterebbero le perturbazioni che attraversano normalmente le nostre zone.