E’ l’ultimo rapporto presentato dal WWF, e presente sull’omonimo sito www.wwf.it.
Con la caldissima Estate 2003, è stato stimato che i ghiacciai alpini abbiano perso all’incirca il 10% del loro attuale volume, perdendo una quantità di spessore equivalente, all’incirca, a tre metri.
Possiamo dare un’occhiata alla situazione termica della scorsa estate, sul nostro Arco Alpino: una prima analisi ci consente di dare ragione al WWF, in quanto la mappa degli scarti termici estivi, mostra chiaramente anomalie termiche comprese tra i 3 ed i 4°C in più della norma su tutta la zona, e, in particolare, sulle Alpi Occidentali, la temperatura della scorsa Estate sembra esser stata superiore alla media di quasi 5°C.
Una quantità davvero enorme, se rapportata ad un lungo periodi di 3 mesi.
Oltre all’anomalia termica, così accentuata, in grado di spiegare l’enorme scioglimento dei ghiacci, notiamo anche la presenza di carenza idrica particolarmente accentuata: nella stazione Svizzera, prospiciente alle Alpi, di Lugano, il deficit idrico estivo si è mantenuto attorno ai 200 mm, mentre a Locarno Monti esso è stato ancora superiore (totale pluviometrico annuo in deficit di 4-500 mm alla fine di Agosto).
L’Estate, a Locarno Monti, è stata costantemente più calda del normale di 2-3°C, ma con “punte” di scarto termico di +5°C a metà giugno.
I ghiacciai sono stati erosi nella loro lunghezza e spessore sia per la mancanza di precipitazioni, sia per l’aumento elevatissimo della temperatura.
Un aumento medio di 3°C, significa aver spostato verso l’alto lo zero termico, e, con esso, il limite delle nevi permanenti, di circa 500 metri, permettendo lo scioglimento delle nevi anche ad altissima quota.