I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory, dell’Università della California, avrebbero dimostrato come l’uomo influisca sugli eventi meteorologici estremi. Lo studio si è rivolto soprattutto alle ondate di calore mortali registrate durante l’estate del 2015. Or bene, a quanto pare i risultati sarebbero sorprendenti: queste ondate sarebbero state alimentate e aggravate dalle influenze delle attività antropiche sul clima.
Le ondate di calore sono state analizzate attraverso la temperatura atmosferica e l’indice di calore. Indice che, come ben sappiamo, descrive la sensazione di calore per una persona media causata da una combinazione tra temperatura e umidità.
La modellizzazione è stata arricchita da dati inerenti l’impatto delle attività umane sugli estremi climatiche. “La combinazione di due calcoli modellistici mostra come il tempo è stato effettivamente e come avrebbe potuto essere. È possibile vedere le differenze che emergono dall’interferenza delle attività umane”, ha dichiarato Dáithí Stone, co-autore dello studio.
In particolare sono state analizzate le ondate di calore in India (durata da fine maggio ai primi di giugno 2015) e in Pakistan (da fine giugno ai primi di luglio). A causa dell’afa insopportabile in India sono morte quasi 2500 persone, in Pakistan 2000. ricercatori erano curiosi di capire se le due anomalie climatiche in un arco temporale ristretto e in zone comunque vicine erano in qualche modo collegate. Ma dalle analisi condotte è emerso che in termini meteorologiche si è trattato di due episodi indipendenti.