Anche Marzo 2009 ha visto le temperature oceaniche atlantiche in deciso ribasso, con un indice negativo di -0,114 per il terzo mese consecutivo.
Si tratta di un valore di grande rilievo, in quanto sembra consolidarsi una tendenza ad un raffreddamento che non ha precedenti negli ultimi 13 anni, in quanto l’ultima sequenza di temperature negative da parte dell’AMO risale addirittura al trimestre ottobre – dicembre 1996.
Nel nostro caso, l’indice AMO, dopo essere stato positivo, con rare eccezioni, dal Febbraio 1997 fino al Novembre 2008, sta adesso mostrando una tendenza ad un forte calo, che farebbe pensare proprio alla fine di un ciclo positivo per la verità di durata piuttosto breve.
L’Oscillazione Atlantica Multidecennale è un indice che rappresenta le variazioni periodiche della temperatura oceanica, che oscillano continuamente tra valori positivi e valori negativi, ma su scala multi decennale.
Osservando infatti le variazioni dell’AMO su scala secolare, notiamo la presenza di cicli più caldi e più freddi, che si alternano abbastanza irregolarmente, ma che comunque presentano durate non inferiori al ventennio, ma spesso legate a periodicità dell’ordine dei 40-50 anni.
Si tratta, come per tutte le variazioni periodiche della temperatura a livello oceanico, di uno dei principali modi con il quale il nostro Pianeta cerca di ridistribuire il calore in eccesso che il Sole irraggia all’Equatore, servendosi della circolazione oceanica su scala mensile e stagionale, ma anche della circolazione atmosferica, per lo scambio di masse d’aria tra le alte e le basse latitudini.
Poiché il nuovo ciclo caldo della AMO è iniziato nel 1997, sarebbe da aspettarsi un lunga durata della fase calda di tale ciclo anche nei decenni successivi all’attuale, ed anche le previsioni degli studiosi andavano in questa direzione, fino a poco tempo fa, prevedendo una fase di temperature superiori alla media sul Continente Europeo, interessato da masse d’aria atlantica mite.
Sorprende quindi il suo brusco calo verificatosi in questi mesi, che stravolge, in un certo senso, le previsioni sull’andamento di questo indice, ad appena tredici anni di distanza dalla fine del precedente minimo.
Possono esservi dei sospetti riguardanti l’attuale minimo solare, che sta raggiungendo valori di lunghezza che non si registravano dagli anni Dieci dello scorso Secolo.
In particolare, la lieve diminuzione della radiazione solare intervenuta tra il 2003 e l’anno attuale, potrebbe aver provocato un calo delle temperature nell’Atlantico Tropicale; oppure, potrebbe essere accaduto qualcosa a livello della circolazione termoalina, che può essersi improvvisamente rallentata.
Osservando il grafico con le variazioni dell’AMO dal 1572 ad oggi (grafico ricostruito su serie mobile di 10 anni), notiamo come i periodi più freddi dell’AMO hanno coinciso con alcuni dei periodi più freddi della Piccola Età Glaciale, in particolare il freddissimo periodo 1580-1630, il periodo compreso tra la fine del Settecento ed il 1850, ma anche i freddi decenni europei dal 1880 al 1920.
D’altro canto, l’AMO fu nettamente positiva nel cinquantennio compreso tra il 1650 ed il 1710, che forse fu il periodo peggiore della Piccola Età Glaciale, ma bisogna considerare che, sul clima europeo e Nord Americano, influiscono anche altri indici, quali l’AO (Oscillazione Artica), la NAO (Oscillazione Nord Atlantica), e la PDO (Oscillazione decadale del Pacifico Settentrionale)-
E’ interessante notare, invece, che, dopo il 1920, l’AMO si è mantenuto quasi sempre positivo, con due fasi fortemente calde negli anni Quaranta e Cinquanta e negli anni Novanta e Duemila, contribuendo così non poco all’attuale Riscaldamento Globale.
E’ molto raro, comunque, un rapido calo di questo indice a soli 13 anni di distanza da un massimo termico, che, solitamente, ha una durata almeno cinquantennale, tranne il caso isolato avvenuto alla fine del Cinquecento.