Lo studio afferma che il riscaldamento che sta coinvolgendo la Groenlandia starebbe già causando inverni più umidi lungo la fascia atlantica europea e in particolare nel settore di nord-ovest. Le osservazioni meteorologiche effettuate negli ultimi decenni confermano che la temperatura è in costante aumento sui settori occidentali groenlandesi, ciò a sua volta provocherebbe un cambiamento nella circolazione atmosferica dell’area circostante.
Le piogge intense registrate nel Regno Unito nel 2007, 2012 e 2015 sarebbe una conseguenza di questi cambiamenti e in futuro tali anomalie potrebbero accrescerci e diffondersi in altre parti dell’Europa occidentale.
I ricercatori, guidati dal professor Edward Hanna del Dipartimento di Geografia dell’Università di Sheffiled, hanno effettuati attente analisi su dati meteorologici a partire dal 1851. In particolare, hanno usato un cosiddetto “Indice di blocco della Groenlandia” (GBI, per il suo acronimo in inglese), che misura genesi e intensità delle aree di alta pressione nella zona.
Le rilevazioni evidenziano, per gli ultimi decenni, una maggiore frequenza dei sistemi anticiclonici di blocco (in particolare dal 1980 in poi) in tutte le stagioni. Ciò sta generando un forte riscaldamento non solo della Groenlandia ma di tutto il comparto artico. E’ stata anche osservata una relazione diretta con l’aumento delle situazioni di blocco nei mesi estivi in seguito ad alcune modifiche della corrente a getto.
La maggiore variabilità nei mesi autunnali e all’inizio dell’inverno (in misura minore anche a gennaio) potrebbe essere correlata, almeno in parte, con la drastica riduzione della copertura del ghiaccio.