Ma a quanto sembra il riscaldamento globale può influire sulla capacità degli alberi di immagazzinare carbonio modificando il ciclo d’Azoto all’interno di una foresta. E’ quel che emerge da uno studio condotto da Jerry Melillo del Marine Biological Laboratory (MBL), pubblicato di recente negli Atti della National Academy of Sciences.
Il documento riassume i risultati di uno studio di 7 anni ad Harvard Forest, nel centro del Massachusetts, in cui una parte del bosco (circa un quarto di acro) è stato riscaldato artificialmente di circa 9 °C in più rispetto alla temperatura ambiente, per simulare l’impatto che i cambiamenti climatici potrebbero avere entro la fine del secolo qualora non dovessero essere messe in pratica azioni aggressive per il controllo delle emissioni di gas serra da combustibili fossili e contro la deforestazione.
Lo studio ha confermato, come altri peraltro, che un clima più caldo provoca una più rapida decomposizione della materia organica nel suolo, portando ad un aumento della quantità di anidride carbonica rilasciata in atmosfera. Ma lo studio ha anche dimostrato, per la prima volta in un esperimento sul campo, che le temperature più alte stimolano lo stoccaggio del carbonio all’interno dei tessuti legnosi degli alberi. Viene così compensata, in parte, la perdita di carbonio del suolo verso l’atmosfera. Il guadagno di carbonio nei tessuti legnosi, spiegano gli scienziati, è dovuto alla maggiore quantità di azoto che viene messo a disposizione degli alberi dal riscaldamento del suolo.
“La crescita degli alberi in molte delle foreste negli Stati Uniti è limitata dalla mancanza di azoto”, spiega Melillo. “Abbiamo scoperto che il riscaldamento libera composti azotati rinchiusi nella materia organica del terreno e viene rilasciato in forme inorganiche come l’ammonio, un comune fertilizzante all’azoto reperibile in qualsiasi giardino. Quando gli alberi assorbono l’azoto inorganico, crescono più velocemente e immagazzinano più carbonio”.
Melillo sostiene che i processi biologici che portano al riscaldamento del suolo, quindi alla liberazione dell’azoto e alla conseguente crescita degli alberi, avvengono probabilmente esclusivamente nelle foreste temperate e boreali – che si trovano in Nord America, Europa, Eurasia – mentre nelle foreste tropicali la crescita è spesso limitata da fattori diversi dall’azoto.
In conclusione Melillo ritiene che le interazioni carbonio-azoto riscontrate a Harvard Forest aiuteranno a fare previsioni di stoccaggio del carbonio nelle foreste nei prossimi decenni, ma aggiunge anche che “il bilancio del carbonio degli ecosistemi forestali in un clima che cambia dipenderà anche dal cambiamento di altri fattori nel corso del secolo, come la disponibilità di acqua, gli effetti dell’aumento della temperatura sulla fotosintesi e la respirazione delle piante e la concentrazione atmosferica di anidride carbonica.