Gli Stati situati sul Continente Nord Americano, affacciati sul Pacifico, potranno godere di un benefico effetto a causa del Global Warming, con una risalita del limite delle foreste sulle Montagne Rocciose ed un corrispettivo aumento della produzione di legname.
Le previsioni sullo sviluppo forestale nei prossimi anni sono state effettuate in uno studio a cura dei ricercatori della Oregon State University.
In verità, gli scenari differiscono alquanto a seconda delle differenti proiezioni climatiche per il futuro, tuttavia l’andamento generale prevede una diminuzione delle rese forestali per le basse altitudini, ma anche un significativo e più forte aumento della quantità di foreste alle altitudini più elevate.
Ne deriva quindi un aumento notevole della produzione di legname, variabile tra Stato e Stato, ed a seconda delle differenti proiezioni climatiche per il proseguo del XXI Secolo.
Riguardo allo Stato di Washington, la produttività delle foreste potrebbe aumentare da un minimo del 35 ad un massimo del 500%, a seconda dello scenario climatico utilizzato, grazie allo spostamento verso l’alto del limite delle foreste.
L’aumento della produttività delle foreste andrebbe invece da un minimo del 9 ad un massimo del 75% per lo Stato dell’Oregon.
Le temperature sono attese, infatti, ad un aumento variabile tra gli uno e gli otto gradi centigradi, e l’incremento di produttività sarebbe massimo proprio per l’incremento termico più elevato.
Ma c’è anche il fattore incognito delle precipitazioni, attese comunque in aumento, ma la maggiore evapotraspirazione del tessuto vegetale costituirebbe un fattore limitante della crescita alle altitudini più basse, da dove, al momento, viene prelevato l’80% della produzione di legname su queste zone.
La raccolta del legname dovrebbe dunque trasferirsi alle alte altitudini, dove non si risentirebbe di questo calo dell’umidità, mentre la grande crescita delle foreste sulla zona del Nord Ovest del Pacifico, presenterebbe dei risultati incerti riguardo ad altri fattori ad esse correlati.
Ad esempio, c’è il problema del trasferimento e dello spostamenti di altitudine della fauna, mentre crescerebbe il rischio di grandi incendi a causa del disseccamento delle aree poste ad altitudine basse.
Inoltre, e questo è un fattore positivo, l’aumento di biomassa vegetale porterebbe ad una diminuzione dell’incremento di CO2 nell’aria, con effetti climatici al momento non quantificabili.
I ricercatori estenderanno adesso gli studi anche alle foreste dell’Alaska.
Ricordiamo che, ad esclusione proprio dell’Alaska, lo Stato dell’Oregon è il maggior produttore di legname per scopi commerciali, e fornisce da solo circa il 20% di tutto il legname da costruzione degli Stati Uniti.
Da notare, infine, che proprio la maggiore presenza di CO2 nell’aria è essa stessa fattore di aumento della produzione vegetale.
Lo studio dell’Università dell’Oregon è presente al seguente link: oregonstate.edu/ua/ncs/archives/2009/oct/global-warming-may-spur-increased-growth-pacific-northwest-forests