E’ stato calcolato in circa 10 km il diametro del corpo celeste che colpì il nostro Pianeta all’altezza della Penisola dello Yucatan.
La sua “scoperta” è stata attribuita unanimemente al Prof. Alvarez, che scoprì, proprio in Italia, in Umbria, uno strato di terra, corrispondente a 65 milioni di anni orsono, con un anomala concentrazione di iridio, un elemento raro sul nostro Pianeta, ma presente in elevata quantità nelle meteoriti.
Sono stati fatti conti su quello che fu l’impatto di tale corpo celeste in quella porzione di mare: il bolide venne vaporizzato in meno di un secondo dall’onda d’urto e dall’elevata temperatura: si stima che essa abbia raggiunto l’incredibile valore di 20 mila gradi centigradi.
Si scavò un cratere di 150-200 km di diametro, e si generò uno tsunami dell’altezza di almeno un chilometro, che devastò tutte le coste prospicienti al Golfo del Messico, penetrando all’interno per centinaia di chilometri.
Mentre questi danni interessarono solo una zona vasta, ma limitata nei confronti del nostro Pianeta, i danni provocati al clima ed all’atmosfera furono di impatto globale, tale da uccidere la gran parte delle specie viventi sulla Terra.
Particelle di fumo e di fuliggine provocate dai giganteschi incendi, polveri planetarie, e le particelle di solfati emesse dai vulcani di tutto il globo, messi probabilmente tutti quanti in attività dall’impatto, oscurarono il Sole per molti mesi, provocando un effetto simile all “Inverno nucleare”, con un crollo della temperatura media terrestre di decine di gradi.
I grandi rettili, così sensibili alle variazioni termiche, non resistettero al freddo, ma anche la mancata fotosintesi causata dalla carenza di luce solare agì sullo sviluppo piante, troncando così alla base la piramide alimentare.
A questo punto, i mammiferi, animali molto più piccoli, e dotati di termoregolazione corporea, poterono sopravvivere più facilmente a questo durissimo periodo, e ripopolare il pianeta quando le condizioni climatiche tornarono nuovamente in equilibrio-
L’esperimento di ieri è di buon auspicio per la possibilità che viene data alla nostra tecnologia di poter evitare un simile evento catastrofico, in quanto la caduta di un corpo celeste di grandi dimensioni sulla Terra è un evento abbastanza improbabile in tempi storici, ma non impossibile, ed addirittura sicuro nel caso si considerino tempi geologici più grandi.