Gli scienziati dell’Istituto Goddard della NASA per gli studi dello spazio (GISS) hanno terminato uno studio, pubblicato su “Science”, sul bilancio energetico della Terra usando una combinazione di modelli globali climatici, misurazioni a terra ed osservazioni tramite satellite. Tutti i giorni il Sole scalda il nostro pianeta e permette alla vita di continuare. E’ stato calcolato che la Terra assorba circa 0,85 watt di energia per metro quadro più di quanto essa ceda verso lo spazio e che una parte considerevole di quell’energia in eccesso stia “nascondendosi” ancora negli oceani, mentre il suo effetto completo sul clima non è ancora conosciuto.
In dieci anni di osservazioni si è potuto vedere che gli oceani hanno assorbito una media di 6,02 watt-anno di energia per metro quadro in eccesso (un watt-anno è la quantità totale di energia assicurata da una macchina che sviluppa una potenza continua di un watt per un anno). Il modello climatico del Giss ha calcolato che l’eccesso sarebbe di circa 5,98 watt-anno per metro quadro per il periodo che va dal 1880 al 2003.
Gli studiosi della Nasa valutano lo squilibrio attuale davvero grande per la normalità della Terra. Per esempio, uno squilibrio di 1 watt per metro quadro calcolato per gli ultimi 10.000 anni è sufficiente per fondere tanto ghiaccio sulla Terra da far innalzare il livello marino di ben un chilometro, ammesso che ci fosse abbastanza ghiaccio, o aumentare la temperatura dell’oceano sopra il termoclino (lo strato di “confine” fra le acque di superficie calde e l’oceano profondo più freddo) di più di 100°C.
Le temperature globali medie della Terra non sono aumentate abbastanza dal 1880 per manifestare totalmente questo squilibrio energetico, anche se una parte del calore eccedente è andato a fondere la neve e i ghiacciai e a scaldare la superficie della Terra: gran parte dello squilibrio energetico accumulato dal 1880 è stato immagazzinato nell’oceano. Gli scienziati del Goddard Institute ritengono che, anche se le concentrazioni di gas serra e altri fattori che influiscono sul riscaldamento cessassero immediatamente di crescere, un altro aumento di circa 0,6° C. resta “in the pipeline”, secondo una felice espressione anglosassone, immagazzinato.
Il tempo di ritardo tra l’assorbimento del calore da parte degli oceani e il rilascio di questo calore nell’atmosfera può essere un vantaggio per l’umanità, se questa sarà capace di correggere efficacemente le cause di natura antropica del riscaldamento terrestre, prima che esso amplifichi il processo di aumento delle temperature attuale.
Riferimento:
Hansen, J., L. Nazarenko, R. Ruedy, Mki. Sato, J. Willis, A. Del Genio, D. Koch, A. Lacis, K. Lo, S. Menon, T. Novakov, J. Perlwitz, G. Russell, G.A. Schmidt e N. Tausnev 2005. Earth’s energy imbalance: Confirmation and implications. Science, doi:10.1126/science.1110252.
Per approfondimenti:
https://www.giss.nasa.gov/research/news/20050428