PRIMA DEL VASTISSIMO DESERTO – Laghi, praterie, ippopotami e giraffe: così sarebbe stato, almeno in parte, il deserto sahariano non in chissà quale era geologica, ma poco più di 5000 anni fa. La trasformazione avrebbe avuto luogo quasi all’improvviso contemporaneamente in tutta la metà settentrionale del Continente Africano, secondo i risultati di uno studio. Il periodo umido, chiamato Periodo umido africano, iniziò e finì piuttosto repentinamente, confermando studi precedenti da parte di altri gruppi scientifici. Verso la fine del periodo umido, pressapoco circa 6.000 anni fa, la polvere era di appena il 20 per cento del livello di oggi, una differenza drastica che suggerisce come il deserto nord-africano fosse diverso e probabilmente meno esteso.
ANALIZZATI SEDIMENTI SABBIOSI ATLANTICO – I risultati, che verranno prossimamente pubblicati nella rivista Earth and Planetary Science Letters, provengono dall’analisi accurata di polveri soffiate dall’Africa e cadute nel corso dei millenni sull’Oceano Atlantico. I ricercatori hanno passato al setaccio ben 30 mila anni di polvere, recuperata dal fondale marino con navi di perforazione oceaniche. Le variazioni dei livelli di polvere, trascinata dal vento nei sedimenti oceanici, forniscono agli scienziati precisi indizi del clima dell’Africa e come esso sarebbe cambiato nel tempo. Per semplificare, la maggiore presenza di sabbie e polveri significa condizioni più asciutte, mentre viceversa vanno attribuite condizioni più umide.
CONCLUSIONI – Lo studio può dare agli scienziati una migliore comprensione di come il mutamento dei livelli di polvere sia dovuto principalmente a mutamenti climatici, fornendo input per i modelli di calcolo. Secondo David McGee (professore assistente nel dipartimento MIT delle scienze della terra, dell’atmosfera e planetarie), autore principale dello studio, la polvere del deserto sahariano domina moderni sedimenti oceanici al largo della costa africana, ma può viaggiare in atmosfera fino al Nord America. McGee ed i suoi colleghi stanno ora testando se le misurazioni di polvere sono in grado di risolvere un annoso problema: l’incapacità dei modelli climatici di riprodurre le condizioni di bagnato nel Nord Africa di 6.000 anni fa.