L’annuncio è stato dato da un team di scienziati americani, guidati dal cinese Tzianli Chen dell’Università del Texas, durante la conferenza internazionale annuale della American Geophysical Union tenutasi di recente a San Francisco. La notizia è stata data dal «New Scientist», dalla quale si apprende come la fusione dei ghiacci stia alterando la distribuzione della massa nella superficie terrestre.
Ciò, a sua volta, altera leggermente l’asse di rotazione terrestre, ipotesi confermata peraltro da misurazioni sul campo nei due Poli geografici.
Le misurazioni, iniziate nel 1899, stimano che il Polo Nord geografico si sposta a sud ad una velocità media di dieci centimetri l’anno, lungo un’asse longitudinale di 70° ovest con transito sul Canada orientale. Questo lento movimento è anche dovuto alla variazione nella distribuzione della massa della Terra, a seguito dell’aumento della crosta terrestre in lento costante aumento dalla fine dell’ultima glaciazione.
Secondo il nuovo studio, nel 2005 ci fu un cambiamento improvviso e inaspettato del posizionamento del Polo Nord geografico, che ha cominciato a muoversi verso est e da allora ha percorso un totale di 1,2 metri. Analizzando i dati provenienti dal sensore ambientale GRACE montato sul satellite della NASA, che monitora le variazioni temporali del campo gravitazionale della Terra, i ricercatori hanno scoperto che questo spostamento dell’asse di rotazione sarebbe stato provocato dalla massiccia fusione dei ghiacci in Groenlandia, in Antartide e in altre aree del nostro pianeta.
“Lo scioglimento delle calotte polari e l’innalzamento del livello del mare potrebbe spiegare il 90% dello spostamento ad est. La forza trainante di questo improvviso cambiamento è il cambiamento climatico “, ha dichiarato Chen Tzianli. Secondo i nuovi calcoli, il più grande contributo allo spostamento del polo geografico verrebbe dalla fusione della calotta glaciale della Groenlandia, che perde circa 250 gigatonnellate all’anno. Lo scioglimento dei ghiacciai montani contribuisce per 194 gigatonnellate e lo scioglimento dell’Antartide altri 180 gigatonnellate all’anno.