Basti pensare che tra lunedì 11 e martedì 12 aprile 2016, il tasso di fusione è stato così elevato che si deve tornare indietro al mese di luglio del 2012 per trovare dati paragonabili. Dati che hanno sorpreso, non poco, anche gli esperti del servizio meteorologico della Danimarca (DMI) tanto da indurli a ritenere probabili – almeno inizialmente – danni ai sensori.
In due giorni un crollo del 12%
Il DMI ha rilevato una perdita di circa il 12% del totale annuale. Il giovedì successivo è stato misurato un altro picco del 6%. Il valore settimanale è stato pari al 14% del totale registrato da inizio anno a oggi. Un dato inaudito per la stagione primaverile.
Per trovare qualcosa di simile bisogna tornare ai mesi di maggio del 2010, del 1990 e del 2006, ma oltre al mese di differenza anche i valori registrati all’epoca furono decisamente inferiori. La causa di un tasso di fusione così alto e precoce è riconducibile al clima temperato di aprile, soprattutto nei settori di sudovest.