E’ quel che suggerisce un nuovo studio pubblicato la scorsa settimana su “Nature Communications”. La ricerca dimostra che in passato, quando le temperature oceaniche in tutto l’Antartide si “stratificarono” – uno strato di acqua calda sotto uno strato superficiale decisamente freddo – la banchisa e i ghiacciai si sciolsero molto più velocemente rispetto a quando gli strati freddi e caldi potevano miscelarsi più facilmente.
Il processo di stratificazione attuale, dati e osservazioni alla mano, starebbe accelerando in modo preoccupante. “La causa è ricercabile nel riscaldamento globale che in alcune parti dell’Antartide sta accelerando la fusione del ghiaccio, con conseguente deflusso di grandi quantità di acqua dolce verso la superficie dell’oceano”, ha dichiarato uno degli studiosi, il Prof. Matthew England del ARC Centre of Excellence for Climate System Science. “Allo stesso tempo, il raffreddamento della superficie è controbilanciato da un riscaldamento delle acque profonde ed è il meccanismo che ha già accelerato il declino dei ghiacciai su Pine Island e Totten. Sembra che il riscaldamento globale stia replicando le condizioni che, in passato, innescarono cambiamenti significativi nella stabilità della calotta antartica”.
Per dimostrarlo, i ricercatori hanno costruito un modello che simula ciò che accadde 14.000 anni fa, ovvero quando l’Antartide contribuì da solo all’innalzamento di 3-4 metri del livello degli oceani. E il tutto avvenne in pochi secoli. “Le nostre simulazioni forniscono una nuova evidenza che concilia le prove geologiche del passato” ha dichiarato il ricercatore UNSW ARC, Chris Fogwill. “I risultati dimostrano che, anche se gli strati di ghiaccio antartici da molti sono considerati ininfluenti, potrebbero svolgere un ruolo molto più grande di quanto si pensi”.
La fusione della banchisa rende la superficie del mare circostante più fredda, meno salata e più facilmente congelabile, portando alla creazione di vaste lastre di ghiaccio marino in alcune zone. E’ una delle ragioni alla tendenza alla crescita registrata ultimamente dal ghiaccio marino attorno all’Antartide. “Il quesito più grande è se lo strato di ghiaccio reagirà a queste mutevoli condizioni oceaniche più rapidamente di come avvenne 14 mila anni fa”, ha concluso il coordinatore dello staff, il dottor Nick Golledge. “Con il 10 per cento della popolazione mondiale, ovvero 700 milioni di persone, che vivono a meno di 10 metri sopra il livello attuale del mare, 3 metri in più dati dal contributo Antartico avrebbero un profondo impatto su tutti noi”.