Potremmo definirlo come vero e proprio “annus orribilis”: questo 2014 che ci siamo lasciati alle spalle, in base all’ultimo rapporto CNR per la Protezione Idrogeologica, è stato infatti tormentato da eventi calamitosi diffusi. Basti pensare che, nel corso di tutto il 2014, sono stati ben 42 gli eventi di frana, inondazione o pioggia intensa associati a vittime o feriti. In totale si sono avuti, a causa di queste frane e inondazioni, ben 33 morti e 46 feriti, con oltre 10 mila persone che hanno dovuto abbandonare temporaneamente le loro abitazioni. Sono stati 220 i comuni colpiti in tutta Italia, e la regione più martoriata è stata la Liguria per via soprattutto dell’alluvione di Genova. L’episodio con il più alto numero di vittime nel 2014 è stato però quello che ha colpito Refrontolo, in Veneto, con la piena del torrente Lierza a Molinetto della Croda che ha provocato quattro morti e 20 feriti. Sono state ben 19 le regioni colpite da eventi alluvionali con vittime o feriti: l’unica regione risparmiata è stata la Sardegna, che però ebbe il più grave evento alluvionale del 2013 (qui maggiori dettagli su quel tragico evento).
Quella delle alluvioni è una piaga che ha riservato, anche di recente, scenari persino peggiori di quelli del 2014: nell’ultimo quinquennio l’anno 2009 ha visto 50 persone decedute, sei dispersi e 171 feriti, in particolare per le inondazioni che si verificarono nel Messinese, mentre il 2011 ha invece registrato un bilancio di 43 morti e 30 feriti, di cui una parte rilevante durante l’evento che nelle aree dello Spezzino e della Lunigiana provocò tredici morti, due feriti e almeno 900 sfollati a fine ottobre, seguito pochi giorni dopo, il 4 novembre, dall’esondazione dei torrenti Bisagno e Fereggiano e dalla piena dei torrenti Sturla, Scrivia ed Entella che causarono gravissimi danni e sei vittime a Genova. Andando poi più indietro, si scopre che negli ultimi cinquant’anni sono quasi 2000 le persone decedute in Italia a causa di inondazioni o frane, cioè una media di 40 vittime all’anno. Numeri a dir poco allarmanti, che dovrebbero far riflettere sull’urgenza di interventi di messa in sicurezza per un’Italia che ogni anno affonda sempre di più, non solo per eventi estremi sempre più ricorrenti.