Dopo che “El Nino” 2015/2016 ha messo a segno alcuni record, in alcune delle sottoregioni di monitoraggio del Pacifico equatoriale il fenomeno tende a indebolirsi rapidamente. Secondo gli esperti la velocità con cui sta avvenendo il riassorbimento potrebbe portarci verso una fase neutra o addirittura a una debole “Nina”. Il tutto avverrebbe in coincidenza con la stagione degli uragani atlantici 2016, ma con quali conseguenze?
Come ben sappiamo El Nino è in grado di produrre profonde alterazioni nelle dinamiche atmosferiche di quasi tutto il pianeta, anche se pare che alcune aree siano più sensibili di altre (ad esempio l’Australia o i settori sudoccidentali del Sud America). In Europa, gli effetti non sono così scontati, anche se le statistiche indicano che solitamente si verificano stagioni autunnali più umide e secche, soprattutto nel Mediterraneo.
Il rapido indebolimento si nota molto meglio nell’evoluzione delle anomalie di temperatura nello strato oceanico che va dalla superficie ai 450 metri di profondità. I modelli climatici stagionali appaiono abbastanza concordi nell’individuare, per i prossimi mesi estivi, una fase neutra. L’europeo ECMWF NCEP vanno vede una dinamica più esasperata, con vari cluster che puntano (nelle sottoregioni 3 e 3.4) verso valori negativi (El Nina).
L’americano GFS è un po’ più prudente, come si evince dall’immagine seguente:
L’impatto sull’andamento della stagione degli uragani potrebbe risultare enorme: a seguito di episodi di El Nino significativi abbiamo registrato sempre un trimestre estivo ricco di cicloni atlantici. Alcuni devastanti.