Tempo fa vi proponemmo una ricerca – verrà menzionata durante l’articolo – nel quali si sosteneva che la percezione comune degli Americani cambiasse a seconda di come veniva formulata la domanda. Stavolta, invece, vedremo come le condizioni meteo giornaliere possano indurre a credere o meno al progressivo riscaldamento della Terra.
In tre studi separati, i ricercatori affiliati col Columbia University Center per la ricerca sulle decisioni ambientali (CRED) hanno intervistato circa 1.200 persone negli Stati Uniti e in Australia. Si è scoperto che chi pensava che il giorno corrente fosse più caldo del solito, era più propenso a credere e preoccuparsi circa il riscaldamento globale rispetto a quelli che invece ritenevano che la giornata era insolitamente fredda. Il nuovo documento, sunto della ricerca, appare sull’ultimo numero della rivista Psychological Science.
“Il riscaldamento globale è così complesso che sembra che alcune persone vengano persuase dal da come percepiscono il giorno nel quale viene effettuata l’intervista: se più caldo o più freddo del solito. Senza chiedersi, invece, se il mondo intero sta diventando più caldo o più freddo”, sostiene l’autore Ye Li, ricercatore presso il Centro della Columbia Business School di Scienze delle Decisioni, che collabora col CRED. “È impressionante come la società abbia speso tanti soldi, tempo e fatica per educare le persone sul problema, e invece le persone sono ancora così facilmente influenzabili”.
Lo studio afferma che “questi risultati mostrano come informazioni ambientali irrilevanti, quali il tempo attuale, possono influenzare i giudizi… Analogamente, alla domanda circa lo stato dell’economia nazionale, qualcuno potrebbe rispondere dopo aver osservare la somma di denaro nel proprio portafoglio. Il ché sarebbe totalmente banale e fuori luogo”.
Gli studi effetti da altri ricercatori hanno già fornito una forte evidenza che le opinioni sul clima possono dipendere da fattori estranei alle osservazioni scientifiche. Facciamo un altro esempio. Alcuni sondaggi hanno evidenziato come gli elettori che si identificano liberali o democratici sono molto più propensi a credere nel cambiamento del clima a causa dell’attività antropica, rispetto a quelli che si identificano come conservatori o repubblicani. Le donne ci credono più degli uomini, dei giovani e dei più anziani.
Nello studio in oggetto gli intervistati sono stati abbastanza attenti a percepire se il giorno è stato insolitamente caldo o freddo e tale percezione ha esercitato un potente controllo sul loro atteggiamento. Come prevedibile la politica, il sesso e l’età hanno esercitato una ulteriore influenza: ad esempio, in una scala da 1 a 4 sul credere o meno nel riscaldamento globale, i democratici si sono attestati 1,5 punti più in alto rispetto repubblicani.
In uno dei punti descritti nel documento, i ricercatori hanno cercato di verificare la serietà delle risposte stabilendo se gli 8 dollari dati come paga per l’indagine ad ogni singolo intervistato, sarebbero stati donati ad un ente di beneficenza che si occupa di cambiamenti climatici: il Clean Air-Cool Planet. La correlazione tra spirito di beneficenza e le condizioni meteo del momento è forte: chi riteneva che il giorno fosse più caldo del solito, ha donato una media di circa 2 dollari; coloro che percepivano più freddo hanno donato una media di 48 centesimi.