Secondo una recentissima ricerca la quantità di carbonio del suolo potrà essere stimata in modo più accurato grazie a dei modelli in grado di valutarne i nutrienti e la composizione. La determinazione del volume di anidride carbonica rilasciato da un suolo è importante per permettere scelte migliori sia a livello di gestione forestale sia per contrastare i cambiamenti climatici.
La conoscenza della portata e delle variazioni regionali degli stock di carbonio del suolo è di vitale importanza. Attualmente la maggior parte delle stime sono inaffidabili ed è difficile stabilire con certezza la quantità di CO2 che viene rilasciata in atmosfera.
Lo studio ha visto protagonisti l’Istituto di Risorse Naturali della Finlandia, l’Università svedese di scienze agricole e forestali e il Forest Products Research Institute giapponese (FFPRI). Ci si è concentrati sull’analisi dei dati dell’inventario svedese sugli stock di carbonio del Paese e si sono confrontati questi dati con i dati ottenuti dalle misurazioni di carbonio ottenuti da modelli specifici.
Lo studio ha rivelato che i modelli sono in grado di misurare con precisione gli stock di carbonio in suoli occupati da tipiche foreste mesomorfiche calcaree, mentre hanno enormi difficoltà nello stimare le quantità di carbonio contenute in suoli fertili e a grana fine. Le differenze dipendono principalmente dalla quantità e dalla qualità della lettiera generata dalla vegetazione. Ecco perché perfezionando i modelli si sarà in grado di valutare al meglio gli stock di carbonio in ogni condizione e ciò avrà ripercussioni notevoli nella lotta contro i cambiamenti climatici.