La Primavera è trascorsa, almeno durante la sua prima fase, sotto l’influenza di un debole El Nino, tanto debole che i suoi effetti sulla nostra atmosfera sono stati molto limitati, almeno se riferiti agli ultimi eccezionali episodi del 1983 e 1998.
A partire dalla seconda decade di Maggio, l’andamento della temperatura oceanica si è invertito, tanto che l’indice medio mensile relativo alla Southern Oscillation si è portato vicino a +15 verso la fine del mese di Maggio, come visibile dalla mappa allegata.
Difficile dire quali saranno le conseguenze per la nostra Penisola, di un fenomeno tanto lontano, e, almeno al momento, piuttosto debole.
E’ da supporre che, per noi, siano molto più importanti le anomalie delle temperature assunte dall’Oceano Atlantico, nella sua parte Settentrionale, in quanto è da lì che giunge la maggior parte delle perturbazioni che interessano poi il Mediterraneo.
Tuttavia, in passato, episodi forti di La Nina sono forse stati associati a duraturi periodi anticiclonici sull’Italia, in particolare sul nostro settore nord ovest nel periodo tra inverno e Primavera ( si ricorda tale periodo dell’anno 1997).
In particolare, La Nina ci potrebbe regalare anticicloni settentrionali che favoriscono il Sud ed il settore Adriatico a scapito del nostro settore Nord occidentale, penalizzato dalla siccità.
In compenso, la stagione invernale potrebbe rivelarsi decisamente fredda.
Ma sono, allo stato attuale, solo teorie che devono essere dimostrate, per di più sono valide sono in casi di intensissimi episodi di La Nina, mentre ancora non si sa come si evolva l’episodio attuale.