ANOMALIA DEL KARAKORUM – Nell’ambito di uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Nature Geoscience, un team di studiosi francesi ha presentato dati raccolti da misure satellitari che dimostrano inequivocabilmente un lieve, ma costante aumento del volume dei ghiacciai nella regione del Karakorum, sul cuore della catena dell’Himalaya. In un Pianeta segnato dal surriscaldamento climatico, in cui calotte glaciali e ghiacciai sembrano essere tutti in ritiro, soprattutto nell’ultimo trentennio, fa sensazione l’esistenza di una regione in controtendenza. Il Karakorum è dominato da lingue glaciali talvolta chilometriche che si insinuano tra rari picchi famosi (come il K2) e una schiera di monti a cui non è stato attribuito nemmeno un nome.
DIFFERENZE TRA IL 2000 ED IL 2008 – Gli scienziati francesi hanno focalizzato le differenze altimetriche trai dati forniti dai radiometri a bordo dello Space Shuttle Endeavour nel 2000 e di un più recente satellite francese SPOT5 nel 2008. Il raffronto dei dati, opportunamente adattati, ha messo in evidenza un incremento di spessore dei ghiacci pari ad 11 cm. L’area studiata dai ricercatori è pari appena ad un quarto della regione del Karakorum, ma si tratta di dati risultati sufficienti ai ricercatori per rimarcare questo bilancio positivo, con i ghiacciai che, diversamente da gran parte del Pianeta, non vanno in perdita. L’impatto dei ghiacciai del Karakorum sulle previsioni della risalita del livello marino non è trascurabile, in quanto ci sono quasi 20000 chilometri quadrati di ghiacciai, ovvero circa il 3% dell’area ghiacciata al di fuori dell’Artico e del continente Antartico.
POSSIBILI CAUSE – Ci sembra per il momento prematuro dare totalmente per assodata questa tendenza positiva, in un ambito di tempo così ristretto (appena 8 anni). Tuttavia, il mistero dell’anomalia del Karakorum rimane e non è tra l’altro così facile intuire i motivi di questo discostamento dal trend globale. Sembra che i motivi siano comunque legati ad un relativo raffreddamento che avrebbe interessato queste aree geografiche negli ultimi decenni, una delle poche eccezioni rispetto al resto del che si è invece riscaldato. Inoltre, i dati delle stazioni meteo locali avvalorano quest’ipotesi perché confermato un incremento delle precipitazioni invernali, mentre i corsi d’acqua che hanno origine dai ghiacciai non hanno affatto aumentato la loro portata, ma anzi è diminuita.
IL PRECEDENTE STUDIO MADE IN ITALY – Già tre anni fa infatti, una spedizione scientifica italiana esplorò il Karakorum, ripercorrendo lo stesso itinerario con lo scopo di realizzare alcuni scatti che fecero durante le prime esplorazioni Vittorio Sella e Massimo Terzano. Un’impresa che non ha avuto solo uno scopo fotografico ed estetico, ma anche scientifico. Secondo Claudio Smiraglia, glaciologo e docente di Geografia Fisica presso l’Università di Milano e di Kenneth Hewitt, il materiale fotografico e le misure scientifiche riportate dal Karakorum confermano ancora una volta la complessità climatica di quella catena montuosa. La complessità è legata agli apparenti comportamenti controcorrente della maggior parte di quei ghiacciai, compreso il Baltoro. E’ stato fatto notare come nel Karakorum la neve arriva sia dai monsoni estivi che dai venti occidentali invernali, mentre in Himalaya, dove i ghiacciai sono in ritirata, arriva solo dai monsoni.