Il ciclo solare 24 procede con regolarità e marzo chiude con SN (Sunspot number) 15,4 che porta lo Smoothed number (riferito a settembre 2009, essendo una media mobile computata su base annuale) a 6,1. Nel mese trascorso hanno destato scalpore tre spotless days (6 e 9-10 marzo), ma il fatto che, durante l’ascesa verso il massimo (previsto nel 2013), possano darsi dei giorni senza macchie è normale; al contrario, semmai, il 2010 spicca per la scarsità di spotless days, poiché l’andamento dei mesi precedenti ne faceva presupporre di più. Anche la circostanza per cui l’SN di marzo è stato inferiore a quello di febbraio (che chiuse a 18,6) rientra nel quadro statistico: la curva di crescita dell’attività solare infatti, non è lineare, altrimenti sarebbe molto più semplice proiettarne il comportamento futuro.
Ma, a proposito di quel che accadrà, utilizzando i dati che l’agenzia australiana IPS (Ionospheric Prediction Service) mette a disposizione ogni mese, il grafico che si ottiene di qui al 2019 (anno in cui è previsto il raggiungimento del minimo) presenta delle somiglianze col trend del ciclo 10 (linea gialla), che nel 1856 aprì il Minimo di Damon.
Va detto che la fase iniziale del ciclo 24 (curva blu) ha un alto margine di riproducibilità sino agli inizi del 2011, poiché i dati relativi agli Smoothed number sono, in parte, già conosciuti. Oltre quella data, la curva mostra una risalita più decisa, ma da lì in poi cresce anche il margine d’incertezza. Il massimo, secondo l’Ips, si raggiungerebbe tra settembre e ottobre 2013 attorno a 90 (si sta sempre parlando di Smoothed number, non di SN mensile). Date queste premesse, la comparazione col ciclo 5, che nel 1798 diede avvio al Minimo di Dalton, si risolve nella quasi impossibilità che, allo stato attuale, il Sole possa raggiungere quel grado di quiescenza.