Il team di ricercatori della NOAA, guidato da James Overland, ha studiato i parametri dei venti che soffiavano sopra l’Artico nel periodo 2007-2012, durante i mesi estivi. I ricercatori hanno poi confrontato le loro osservazioni con i dati rilevati tra il 1981 e il 2010. Si è scoperto che il Jet Stream, piuttosto che spostarsi da ovest a est come al solito, ha subito delle modifiche sostanziali che porta alla manifestazione di venti rafficosi con direzione da nord verso sud.
Il riscaldamento dell’Artico
Il nuovo modello circolatorio porta aria più calda sopra l’Artico e “spinge” aria fredda verso sud. Come sottolineato dai ricercatori del NOAA, tutto ciò comporta non soltanto un’accelerazione del tasso di fusione della banchisa artica, ma aumenta anche le probabilità di condizioni meteorologiche avverse sulle medie latitudini. Stati Uniti e l’Europa occidentale risulterebbero le aree più colpite da manifestazioni atmosferiche estreme. Ora, concludono i ricercatori, il prossimo passo sarà cercare di capire cos’è che sta provocando questo cambiamento.