Il 2000 aveva segnato il picco, ma ora finalmente il buco dell’ozono sull’Antartide sembra restringersi. A confermarlo sono gli ultimi dati raccolti dalla ricerca coordinata dal Mit, che ha avuto modo di prendere in esame tutte le misure realizzate dal 2000 ad oggi, combinando quelle dirette con quelle calcolate dai modelli. Emerge così una progressiva riduzione del buco dell’ozono, in particolare a settembre. Sono stati poi attentamente presi in considerazione altri fattori naturali che hanno inciso sul buco dell’ozono, come la temperatura degli strati superiori dell’atmosfera e le eruzioni vulcaniche a cui si deve la grande variabilità osservata negli ultimi anni.
Ricordiamo che questi ultimi risultati sembrano contraddire quanto osservato appena nel 2015, quando il buco dell’ozono sembrava essersi ingrandito tanto da raggiungere un’estensione record. In realtà era un episodio temporaneo e i risultati stanno conducendo al traguardo storico, grazie all’accordo che ha messo al bando l’utilizzo di prodotti chimici a base di cloro e bromo. Ci riferiamo al Protocollo di Montreal firmato nel 1987 ed in vigore al 1989, la cui efficacia sta quindi ora producendo frutti. Scoperto negli anni ’50, il buco dell’ozono è stato misurato per la prima volta in modo preciso a metà degli anni ’80 e da allora è diventato un sorvegliato speciale.