Lo studio, condotto da un team di ricercatori capeggiato dal Dott. Simone Fatichi e collegato all’ETH di Zurigo, ha analizzato gli ecosistemi delle regioni aride e semi-aride (in molte zone degli Stati Uniti, dell’Australia e nell’Europa mediterranea) mettendo in luce gli effetti indiretti dell’incremento della CO2 in atmosfera. In molti casi questi effetti si sono rivelati superiori agli effetti diretti.
Uno dei co-autori, il Dott. Athanasios Paschalis, ha dichiarato: “Questi risultati hanno importanti implicazioni per la nostra comprensione della risposta degli ecosistemi all’incremento della CO2. Non solo. Consentirà di valutare meglio il futuro delle risorse idriche e migliorare i programmi di fertilizzazione con CO2. Se gli effetti diretti sono in genere noti e facilmente riproducibili in modelli, le simulazioni degli effetti indiretti sono molto più impegnative e tali effetti sono difficili da quantificare”.
L’aumento dei livelli di anidride carbonica influenza molte piante in modo diretto stimolandone fotosintesi e riduzione della traspirazione. Tali processi innescano effetti indiretti più sottili. Ad esempio, quando le piante chiudono gli stomi (per limitare la traspirazione), utilizzano meno acqua del suolo modificando così il bilancio idrico e mettendo a disposizione di altre piante l’acqua non utilizzata. L’acqua utilizzata, allo stesso modo, può modificare la quantità di foglie, delle radici e della biomassa microbica con conseguenti modifiche al funzionamento dell’ecosistema.
I ricercatori hanno scoperto che questi effetti indiretti spiegano, in media, il 28 per cento della risposta totale della produttività dell’ecosistema. Una percentuale quasi uguale alla dimensione degli effetti diretti sull’evapotraspirazione (ET) (la somma dell’evaporazione e della traspirazione delle piante dalla terra verso l’atmosfera).
Le simulazioni effettuate suggeriscono che gli effetti indiretti sulla produttività primaria netta (la quantità di anidride carbonica che la vegetazione assume durante la fotosintesi meno la quanta anidride carbonica che le piante rilasciano durante la respirazione) sono rilevanti e variabili. Vanno da meno del 10 per cento a più del 100 per cento delle dimensioni degli effetti diretti. Per l’evapotraspirazione gli effetti indiretti rappresentano, in media, il 65 per cento della dimensione degli effetti diretti. Tali effetti tendono a amplificarsi negli ecosistemi con limitazioni d’acqua (ambienti aridi e semi aridi).
Il Dott. Paschalis conclude: “capire le risposte delle piante a concentrazioni elevate di CO2 è di fondamentale importanza per le potenziali implicazioni sull’economia globale, sul bilancio idrico e sulla sicurezza alimentare”.