E’ il risultato di una ricerca eseguita da un team di scienziati britannici, secondo i quali la scoperta potrebbe aiutare a prevenire tremende fatalità. Basti pensare che ogni anno, a causa dei fulmini, perdono la vita circa 24 mila persone.
Una maggiore attività solare inonderebbe l’atmosfera terrestre di particelle elettrostatiche, con conseguente aumento del numero di fulmini. E poiché l’attività della nostra stella è costantemente monitorata dai satelliti, attraverso questa scoperta sarà possibile prevedere il verificarsi di pericolose tempeste. ” I fulmini rappresentano una grave minaccia – ha detto il dottor Chris Scott dell’Università di Reading (Regno Unito). Ogni anno, a causa dei fulmini perdono la vita almeno 24.000. persone ed ecco perché riuscire a creare un sistema di allarme avanzato contro le tempeste potrebbe rivelarsi fondamentale”.
Nel processo di rotazione il sole espelle getti di plasma ad una velocità di circa 400-800 km/s. Una volta che il vento solare raggiunge l’atmosfera terrestre, possiamo osservare le aurore boreali ma – secondo la ricerca – vi sarebbero significative influenze anche sul clima terrestre. “Il vento solare non è costante. A volte scorre più velocemente, a volte è più lento e l’intensità del processo più avere maggiori o minori influenze sul nostro sistema climatico”, ha aggiunto il dottor Scott.
I ricercatori hanno scoperto che quando intensità e velocità del vento solare sono maggiori, sulla Terra si manifestavano più tempeste e fulminazioni. Il periodo eccezionalmente burrascoso che ha investito la Gran Bretagna, durato più di un mese, si sarebbe verificato a seguito di un flusso solare molto attivo capace di raggiungere l’atmosfera terrestre. I ricercatori hanno scoperto che nel periodo di 40 giorni precedente alla comparsa del vento solare, nel nord Europa, furono registrati 321 fulmini. Nei 40 giorni successivi dal momento dell’ingresso nella nostra atmosfera delle particelle solari apparvero 422 fulmini.
Questo risultato è stato sorprendente nella comunità scientifica, perché finora prevaleva la teoria contraria: ovvero che il vento solare riduce il numero delle tempeste. Il dottor Scott non si è mostrato stupito perché “perché i getti portano un rafforzamento del campo magnetico, che a sua volta protegge il nostro pianeta dalle radiazioni cosmiche nocive provenienti dall’esterno del sistema solare”. Precedenti studi dimostravano che i raggi cosmici accrescono la quantità di fulmini e gli esperti avevano dedotto che, poiché il vento solare riduce il flusso dei raggi cosmici, diminuiva l’intensità delle tempeste.
I ricercatori ammettono di non conoscere ancora il meccanismo che regola questo fenomeno. Tuttavia, è molto probabile che le piccole particelle siano in grado di penetrare le nuvole temporalesche facilitando in tal modo la scarica di energia elettrica sotto forma di fulmine.