Spazzato l’anticiclone, ecco che il cuore centrale del Mediterraneo è di nuovo in balia di una circolazione di bassa pressione. Una parziale rimonta anticiclonica tra la Spagna e la Francia sta favorendo l’isolamento della ciclogenesi sui mari italiani, quindi essenzialmente slegata dal flusso principale nord-atlantico entro cui si è sviluppata la saccatura.
La spirale ciclonica sta tuttavia attraendo il risucchio di masse d’aria più fredde dalla Francia, che discendono dalle Valle del Rodano e contrastano con l’aria ben più mite messa in moto dalla stessa depressione. Le correnti umide meridionali risalgono verso il Nord Italia, con l’esaltazione delle precipitazioni specie a ridosso dei rilievi alpini e prealpini, che penalizzano ancora una volta zone già duramente provate dai precedenti episodi perturbati.
Nel frattempo, un’acuta fase temporalesca interessa parte dei bacini marittimi più occidentali italiani, immediatamente al seguito del fronte freddo: la reazione temporalesca è stata infatti innescata dal travaso di masse d’aria decisamente più fredda in quota sul lato occidentale dell’affondo perturbato, il cui nocciolo ciclonico principale si è insediato sul Mar Ligure.
Un ulteriore rallentamento dell’evoluzione ciclonica sui mari italiani è data dalla contemporanea presenza di un anticiclone di blocco esteso dall’Europa Orientale al Baltico. Osservando la situazione ad ampia scala sull’Europa, notiamo l’avvicinamento di nuovi ammassi perturbati dall’Atlantico.