I temporali sono una delle caratteristiche più peculiari di queste irruzioni artico-marittime, per la presenza d’aria molto fredda concentrata in alta quota e che quindi crea severi contrasti. Abbiamo già visto come temporali si sono avuti negli ultimi giorni in alcune zone di terraferma d’Europa e persino sulle Alpi, dove eventi del genere sono estremamente rari in questo periodo dell’anno. Questi eventi temporaleschi anche grandinigeni facilitano la propagazione del freddo verso il basso, ecco perché la neve riesce a spingersi temporaneamente anche a quote basse durante i maggiori rovesci.
L’immagine satellitare attuale (copyright Eumetsat 2013) mostra i vivaci temporali in atto soprattutto in mare, laddove i contrasti sono inevitabilmente maggiori (le fulminazioni sono rappresentate con i simboli colorati). Le celle temporalesche più attive, laddove sta affluendo l’aria artica, si osservano a ridosso del nord-ovest della Sardegna e sul Tirreno Centro-Settentrionale, con taluni sfondamenti sulla terraferma laziali. Attività elettrica è segnalata più sporadica anche in Adriatico e sul Mar Ionio, laddove abbiamo il limite di sfondamento dell’aria fredda che contrasta con quella ben più mite che risale sul Mediterraneo Orientale.