Dall’autunno alla primavera: quel primo accenno di cambio circolatorio si stra tramutando non nell’arrivo dell’inverno, così come molti avrebbero desiderato e sperato, bensì in un rimonta anticiclonica africana che sta confinando le perturbazioni atlantiche per più a nord rispetto ai giorni scorsi. L’Alta Pressione è stata sospinta verso di noi dallo sprofondamento di una saccatura atlantica prima sull’Atlantico Portoghese, poi sulla Penisola Iberica.
Impennata termica imponente: ciò che impressiona, ma non ci stupisce più, è la facilità con la quale si vanno a realizzare anomalie termiche positive. Colpa dei cambiamenti climatici, o se preferite del riscaldamento globale? Probabile. Quel che è certo è che nei prossimi 2-3 giorni, in molte città si raggiungeranno temperature massime da primavera avanzata. Parliamo di 24-25°C, il ché vi fa capire l’entità della rimonta anticiclonica.
Ma l’Atlantico non ci sta: anzitutto dobbiamo dirvi che nelle regioni settentrionali l’influenza anticiclonica sarà marginale. Anzi, domani avremo un nuovo assalto perturbato che provocherà condizioni di maltempo. Un barlume di miglioramento si vedrà tra lunedì e martedì, ma è bene non farsi illusioni perché il Vortice Canadese – e di riflesso la Depressione d’Islanda – non intendono mollare la presa.
L’autunno infinito: beh, da quanto detto ne avrete dedotto che si passerà dall’anticipo primaverile al ritorno in autunno. Le perturbazioni atlantiche, sospinte ad est da quelle due strutture cicloniche succitate, riprenderanno a scorrere verso l’Italia e già da metà della prossima settimana torneranno a manifestarsi piogge e nevicate sui rilievi alpini.
Inverno terminato? Purtroppo quelle dinamiche ampiamente descritte nei precedenti editoriali, riguardanti l’ipotesi di una sfuriata fredda proveniente dalla Russia, sembrerebbero di difficile realizzazione. Lo strapotere atlantico è tale che sembrerebbe in grado di inibire eventuali velleità meridiane dell’Alta delle Azzorre. Forse, ma dato l’andazzo il condizionale è d’obbligo, potrebbero innescarsi manovre meridiane più incisive verso fine mese o i primi di marzo. Ma a quel punto, che ci piaccia o no, saremo prossimi alla primavera e diverrà opportuno parlare di colpi di coda piuttosto che dell’arrivo dell’inverno.