La sonda Curiosity ha raggiunto l’intento per il quale era stato costruita e spedita in missione su Marte. Nel primo campione di roccia esaminato da Curiosity, nella zona battezzata Yellowknife Bay all’interno del grande cratere Gale, la Nasa ha identificato la presenza di zolfo, azoto, idrogeno, ossigeno, fosforo e carbonio, alcuni degli ingredienti chimici fondamentali per la vita e lo sviluppo, ad esempio, di microbi. L’analisi dei granuli raccolti dimostra che le condizioni umide si ripetevano nel tempo e i minerali argillosi costituiscono il 20 per cento della composizione totale del materiale.
La trivella ha penetrato un suolo di tipo sedimentario in un punto alla confluenza di alcuni fiumi che in epoche remote formavano alternativamente un lago, il cui fondale con i suoi minerali poteva fornire energia chimica e altre condizioni favorevoli ai processi biologici. In parole più semplici, per quanto si può stabilire in questo momento è stata trovata la prova che Marte può aver ospitato condizioni di vita in passato. Per sottolineare l’importanza della notizia, il risultato è stato annunciato nel quartier generale della Nasa a Washington e non al JPL di Pasadena da dove si guida il robot Curiosity (riprodotto nell’immagine in basso).