Non è una sorpresa che la notizia delle “Fabbriche della neve” venga dal territorio statunitense.
Nei primi anni ’70, infatti, venne dimenticato acceso, in Florida, un impianto di irrigazione di acqua nebulizzata sotto pressione, e, al mattino successivo, dopo una improvvisa gelata, con stupore ci si accorse che il terreno era rimasto coperto da un abbondante strato di neve fresca.
Nacque, così, per caso, il primo impianto di innevamento artificiale, che ha avuto, in seguito, un vero e proprio “boom” nelle principali stazioni sciistiche del Mondo, in grado di produrre neve con impianti sempre più sofisticati.
Le stazioni sciistiche, infatti, devono spesso “piegare” la Natura alle loro esigenze, in quanto la massa di sciatori risulta presente soprattutto in alcuni determinati periodi dell’anno (nelle festività natalizie, o pasquali, ad esempio), e non si può correre il rischio di rimanere senza la materia prima proprio in quei giorni!
Adesso, negli Stati Uniti, impazza una nuova “mania”: quella di produrre neve per imbiancare i propri giardini, soprattutto in quelle zone del Sud (Texas, appunto, ma anche Florida, Arizona, California), ove la neve invernale è una vera e propria rarità!
Per produrre la neve, si utilizza una macchina che polverizza blocchi di ghiaccio (fino a 150 kg di ghiaccio in soli venti secondi), mentre un tubo aspirante viene utilizzato per “sparare” la neve in modo uniforme sui giardini.
Da notare che perfino la Camera di Commercio di Dallas ha acquistato 131 tonnellate di neve artificiale per trasformare le colline cittadine in un paesaggio natalizio.
Dal Giappone, invece, un’altra novità, che viene adesso importata in Europa: la creazione di piste da sci al chiuso, utilizzando grandissimi capannoni frigoriferi, e neve artificiale.
Tale innovazione sta avendo un notevole successo, poiché riesce ad avvicinare agli sport invernali gli utenti dei grandi centri cittadini, in quanto tali piste artificiali possono essere costruite a ridosso dei centri urbani, ma certamente il fascino dei paesaggi montani, componente indispensabile di tali sport, viene così a mancare.