Spesso parliamo di perturbazioni, impulsi di aria fresca, di situazioni che tolgono stabilità al tempo estivo e arrecano temporali, vento. Eppure il tempo può peggiorare improvvisamente e senza che sia possibile prevederlo, specie nelle zone montane e le pianure umide, dopo una calda giornata estiva.
D’estate il sole caldo riscalda le terre emerse. Nelle zone lontane dal mare, le brezze refrigeranti non rompono il processo di riscaldamento diurno, e le temperature massime si misurano nel tardo pomeriggio. In un periodo di Alta Pressione, l’umidità si adagia nei bassi strati dell’atmosfera, il cielo appare velato, lattiginoso. L’umidità dell’aria rende le giornate afose.
Si percepisce sofferenza: il cielo e l’aria sono appesantiti dall’umidità crescente.
Talvolta, in un’area di stabilità atmosferica, si libera verso l’alto una “bolla d’aria calda ed umida”, che risale rapida verso il cielo e si condensa in nube cumuliforme.
Scoppia il temporale liberatore, aspira verso se l’aria da oltre una decina di chilometri di distanza, e libera di umidità la bassa atmosfera. Il vento del temporale offre un atteso piacere di brezza, il caldo per qualche ora diminuisce.
La nuvola temporalesca si erge isolata, il sole del tramonto la illumina di rosa, e con le prime ombre della sera, si potrà osservare la cupola del nuvolone, illuminata dai lampi, prima di dissolversi e finire la sua vita.
Questo fenomeno, qualche anno fa era assai frequente in Val Padana, quando l’Italia veniva interessata dall’Alta Pressione delle Azzorre, e non da anticicloni africani.
Quando raccontato è genesi del temporale di calore.
I temporali estivi si formano più di frequente nelle regioni prossime ai rilievi, dove più frequenti sono i “venti verticali”.