Sono trascorsi ben 40 anni da quello che è stato un evento sismico sconvolgente per il Friuli con quasi mille vittime, ma avvertito distintamente in tutto il Nord Italia e parte delle regioni centrali. Era la sera del 6 maggio quando iniziò la devastante sequenza sismica, l’evento più importante si scatenò alle ore 21 locali raggiungendo un valore di magnitudo momento pari a 6.5, corrispondenti ad un terremoto del nono/decimo grado della Scala Mercalli. Intere zone furono rase al suolo delle province di Udine e Pordenone: gravi danni e crolli si ebbero soprattutto in tutta l’area carnica, mentre danni diffusi, di moderata entità, interessarono le città capoluogo.
Gli effetti più distruttivi si ebbero nella zona a nord di Udine lungo la media valle del Tagliamento, dove interi paesi e cittadine subirono estese distruzioni; fra questi Gemona del Friuli, Forgaria nel Friuli, Osoppo, Venzone, Trasaghis, Artegna, Buia, Magnano in Riviera, Majano, Moggio Udinese, solo per citarne alcuni. L’ultimo terremoto di entità paragonabile a quella della scossa del 6 maggio 1976 era avvenuto quasi 500 anni prima, nel marzo 1511, e prima ancora nel 1348. Tuttavia in questo settore terremoti oltre 5.5 non sono così rari. La ricostruzione avvenne in pochi anni, tanto che la gestione di questo terremoto è citata come esempio di efficienza.